Come le stigmate. Forse anche di più. Il cerotto all’orecchio copre i segni di chi è sopravvissuto, e alla convention americana a Milwaukee è ormai diventato un trend, esploso ieri notte quando Trump è finalmente tornato a parlare. Lo ha fatto per 93 minuti, accolto dalle note di God bless the Usa, anche con tutta la sua famiglia sul palco (l’ex first lady Melania si è rifiutata però di tenere un discorso) e non poteva che partire da quanto accaduto sabato, dall’attentato che per pochi centimetri non gli è costato la vita. “Mi sono subito detto che fosse un attacco contro di me, ma anche che Dio era dalla mia parte. Ci è mancato davvero poco, è stata una cosa orribile e incredibile, episodi del genere cambiano il tuo atteggiamento e il tuo punto di vista su tutto. Ti fanno apprezzare Dio ancora di più. Ho visto la paura delle persone, volevo fare qualcosa per dire che stavo bene. Ho alzato il pugno al cielo, e ho urlato di combattere”. Accanto a lui sul palco ci sono anche un casco e una giacca da pompiere appartenuti a Corey Comperatore, l’italoamericano morto colpito da un proiettile indirizzato all’ex presidente dopo aver fatto da scudo alla sua famiglia: Trump ha chiesto un minuto di silenzio per lui e ha ricordato i due sostenitori rimasti feriti: “Il nostro amore e le nostre preghiere sono e saranno sempre con loro”, ha detto baciando l’elmetto dell’ex capo dei vigili del fuoco.

Lo stop all’immigrazione e la fine delle guerre

Il discorso del tycoon si sposta poi sule questioni politiche. “Dobbiamo salvare il Paese da una leadership totalmente fallimentare e incompetente. Sto correndo per diventare presidente di tutti gli USA”. Parla di patriottismo, di sogno americano, di volontà di guarire le divisioni del Paese, e anche di immigrazione. Rilancia il muro: “Voglio finirlo”, chiarisce che metterà fine alla crisi dell’immigrazione illegale chiudendo i confini, e si dichiara pronto a lanciare “la più grande deportazione della nostra Storia”. Sullo sfondo del palco della convention repubblicana c’è l’immagine della Casa Bianca, un chiaro riferimento: è come se il tycoon sentisse di aver già vinto. “Il nostro obiettivo resta lo stesso, creare un governo che lavori per le persone. Nulla ci impediràdi raggiungerlo. Non smetterò mai di combattere per voi, le nostre famiglie e il nostro magnifico Paese. Non dobbiamo criminalizzare il dissenso o demonizzare le divergenze politiche, come è avvenuto recentemente qui, a un livello cui nessuno ha mai assistito prima. I democratici la smettano con la caccia alle streghe”. Poi la promessa sulle guerre, non spiega come ma promette di fermarle: “Da quando non sono più Presidente ne sono scoppiate due, tornerò e metterò fine ai conflitti”. E si rivolge ad Hamas: “Vogliamo indietro i nostri ostaggi prima del mio nuovo mandato o pagherete un caro prezzo”.

Tasse e dazi. Contro l’idea Green

L’analisi è anche sui dazi pesantissimi e sulle tasse da tagliare subito: “La gente – ha detto – non si rende conto di come ho abbassato le tasse, ma lo rifaro’ domani”. In particolare vorrebbe abolire quella sulle mance, che dai camerieri ai portieri rappresenta una gran fonte di reddito per molti americani. Non cita l’aborto – tema troppo scottante per il consenso repubblicano – ma si schiera ancora una volta contro ogni idea Green. Convinto che l’America sarà “dominante sull’energia”, dice di non essere contrario alle auto elettriche e promette il 100% di dazi su quelle straniere. Così come un freno agli eccessi delle politiche per il contrasto al mutamento climatico citando come esempio negativo il Green New Deal, definito dal leader repubblicano “Green New Scam”.

Il saluto sul palco

Intanto, sul piano internazionale Zelensky si dichiara preoccupato della possibile elezione di Trump. Il presidente ucraino in un’intervista alla Bbc ha affermato che sarà “un duro lavoro” interloquire con Trump “ma noi siamo grandi lavoratori”. E la prima telefonata tra i due avverrà quest’oggi. A riportarlo la Cnn che ha citato fonti informate. Si tratterebbe della loro prima conversazione da quando l’ex presidente ha lasciato la Casa Bianca. Il suo discorso si chiude con 100 mila palloncini rossi, bianchi e blu. All’alba del venerdì italiano abbandona il palco sulle note dell’aria “Nessun dorma” della Turandot di Puccini . Vincerà?

Redazione

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