Trump: “Non vedo l’ora del duello con Biden”. E Facebook gli cancella un post

President Donald Trump salutes to Marine One as he stands on the balcony outside of the Blue Room as returns to the White House Monday, Oct. 5, 2020, in Washington, after leaving Walter Reed National Military Medical Center, in Bethesda, Md. Trump announced he tested positive for COVID-19 on Oct. 2. (AP Photo/Alex Brandon)

Donald Trump è tornato in forma. Si sente benissimo, come non succedeva da 20 anni. Lo ha detto in mattinata e scritto sui social, dimesso dall’ospedale militare Walter Reed di Beteshda, in Maryland, dov’era stato ricoverato per coronavirus. Talmente in forma da affermare: “Non vedo l’ora di fare il dibattito giovedì sera, il 15 ottobre a Miami. Sarà fantastico”. Lo ha scritto sui social. Dopo che sempre in giornata Facebook aveva cancellato un altro suo post perché in violazione alle norme sulla disinformazione. “Sono un eroe invincibile, sopravvissuto non sono alle sporche trappole dei democratici ma anche al virus cinese”, aveva detto ancora prima Trump, arrivando alla Casa Bianca e togliendosi platealmente la mascherina.

 

Insomma: la campagna elettorale potrebbe avere un’ulteriore scossa di adrenalina. Questo sembra aver portato l’October Surprise, l’evento inaspettato, quello che prima del voto del 3 novembre, potrebbe portare a influenti modifiche e colpi di scena nella corsa alla Casa Bianca. Joe Biden per il momento è dato in testa in tutti i sondaggi e anche nel collegio elettorale. Il tycoon ha tuttavia già sovvertito tutti pronostici nel 2016, quando Hillary Clinton, favorita e comunque intesta di circa due milioni di voti, comunque non ebbe la meglio e Trump divenne presidente.

IL DIBATTITO – Ci si aspetta sicuramente di più dal dibattito di Miami, qualora dovesse effettivamente prendere luogo. Le condizioni di Trump vanno migliorando, non avrebbe più i sintomi del virus, ma è ancora positivo. Continuerà dunque la sua terapia sperimentale composta da anticorpi policlonali, dall’antivirale Remdesivir e dal desametasone, antinfiammatorio steroideo, salito alla ribalta lo scorso giugno, attualmente utilizzato nelle fasi più acute del contagio da coronavirus. Il primo duello televisivo, andato in scena a Cleveland, è stato una rissa. I 90 minuti di faccia a faccia hanno raccolto principalmente commenti negativi. Una sconfitta per la democrazia, hanno scritto gli editorialisti. Dopo quello di Miami, salvo imprevisti, il 22 è in programma l’ultimo scontro alla Belmont University di Nashville, in Tennessee. Domani, 7 ottobre, in programma il faccia a faccia tra i candidati vice, Mike Pence e Kamala Harris, alla University of Utah di Salt Lake City.

IL POST – Dopo giorni di interrogativi e perplessità sullo stato di salute di Donald Trump – di punti stampa e informazioni che hanno fatto sorgere più di qualche dubbio sulla trasparenza della Casa Bianca – il presidente torna in forma anche sui social. Nei giorni in ospedale aveva postato dei video. E una volta alla Casa Bianca si è visto cancellare subito un post dai social. Motivazione: violazione delle regole imposte per limitare la disinformazione sul covid. Perché? Trump ha praticamente fatto capire che il coronavirus è grave quanto l’influenza stagionale se non meno.

Il post pubblicato da Trump e rimosso da Facebook

“La stagione dell’influenza sta arrivando – ha scritto il presidente anche su Twitter – Molte persone ogni anno, qualche volta oltre centomila, e nonostante il vaccino, muoiono per l’influenza. Stiamo chiudendo il nostro Paese? No, abbiamo imparato a conviverci, come stiamo imparando a fare con il Covid, che nella maggior parte delle popolazione è molto meno letale”. Il post è stato oscurato. La Cnn ha subito pubblicato un fact checking per smentire le affermazioni di Trump, sottolineando che le vittime del Covid negli Stati Uniti, oltre 210mila persone, il dato più alto al mondo, sono un numero superiore a quello delle vittime americane dell’influenza degli ultimi cinque anni. Tra il 2015 ed il 2020 infatti, secondo i dati dei Cdc, sono morte circa 178mila persone di influenza.