La cosa che più mi stranisce del voto americano? Al di là di come si possa rieleggere un golpista eversore condannato, ovvio. Molti commentatori sottolineano come la nuova vittoria di Trump sia da ascrivere al terrore dell’inflazione che ha colpito la classe media statunitense in questi ultimi anni. Posso confermare che, quando questa estate ho parlato con un elettore di Trump, mi fu spiegato che lui e la moglie avrebbero scelto Trump soprattutto per l’inflazione alta, che era arrivata anche nel loro Canada, di rimbalzo dagli USA. Questo elettore trumpiano è per altro un italiano trasferitosi in Canada, che ha un PhD in Storia ed è sposato con una donna statunitense della Pennsylvania che ha un PhD in Latino: due persone immigrate in Nord America, certamente non ignoranti e non proletarie, benché abbiano 4 figli (e due lavori ben retribuiti).
Il punto è che l’inflazione salì nell’ultimo anno di Trump (dall’1,8% al 2,4%), crebbe di 3 volte e mezzo nei primi due anni di Biden (dal 2,4% al 8%) per poi scendere negli ultimi 2 anni di Biden al 3%. Al contempo, sotto Biden i salari sono saliti del 4,9% all’anno in media. Il potere d’acquisto degli americani è sceso solo dell’1,3% in questi ultimi 4 anni. Non è che l’inflazione verrà sconfitta dall’amministrazione Trump: al massimo potrà continuare a scendere dal 3,8% al 2% o anche meno, ma i prezzi continueranno ovviamente a salire (appunto: al 2% circa). Invece la maggioranza degli elettori di Trump crede realmente che Trump porterà i prezzi a scendere.
Al massimo, succederà che i salari continueranno a salire, se Trump non inverte il trend stabilito dalle politiche economiche di Biden; e magari saliranno più dell’inflazione, un successo già ottenuto dagli ultimi 2 anni della presidenza Biden. Questo è quello che può succedere, se a Trump va tutto bene. Invece, mi ripeto, i suoi elettori -anche colti – pensano che Trump porterà i prezzi a scendere. Di questo proprio non mi capacito, specie considerando la promessa trumpiana di una politica protezionistica.
Guardiamo ora a casa nostra. Questa rielezione di un miliardario isolazionista, anti-occidentale, estremista di destra e populista nella maggiore liberaldemocrazia del mondo avrà ripercussioni micidiali sull’Europa occidentale e la UE. Se Trump si concentrerà, come pare, solo sul risollevare l’economia della classe media e proletaria degli USA, uno dei modi semplici di farlo sarà di tagliare la spesa militare USA, per esempio sciogliendo la NATO, che per gli USA costa la bellezza di 863 miliardi di dollari ogni anno.
A quel punto, qui in Italia se vorremo avere una difesa militare contro l’eventuale minaccia di Putin, dovremo mettere molti più fondi pubblici in armamenti: circa 5 volte tanto quanto mettiamo oggi. Per dare solo un dato, la Marina Militare Italiana dispone oggi di appena otto sommergibili, quattro della classe Todaro (U-212A) e quattro, più vecchi, della classe Sauro. Questi verranno via via sostituiti dal programma U-212NFS, che prevede intanto due nuove unità, con consegne previste nel 2027 e nel 2029 e opzione su altri due. Il totale, nel 2030 sarà insomma sempre di 8 sommergibili, ovviamente non nucleari. Questo programma di rinnovamento minimo del nostro parco sommergibili costa tuttavia la bellezza di 2,68 miliardi di euro. Possiamo permetterci di avere solo 8 sommergibili in tutto perché contiamo sulla presenza dei sommergibili NATO (soprattutto statunitensi), che sono per altro atomici, come lo USS Georgia e lo USS Rhode Island. Ognuno di questi, della classe Ohio, costa 2,9 miliardi di dollari, ossia quanto l’intero piano di ammodernamento italiano. E però gli USA stanno già acquistando sommergibili nucleari di nuovo tipo, della classe X, che costano la bellezza di 4,9 miliardi di dollari l’uno.
Senza NATO, lo Stato italiano dovrebbe insomma aumentare la sua spesa militare come mai fatto prima dai tempi di Mussolini solo per mantenere lo stesso livello di difesa militare che abbiamo oggi come membri della NATO. E per aumentare quella spesa si dovrà tagliare ancora di più su Scuola pubblica, SSN e pensioni. Dovremo tornare, in tutta probabilità, ad avere un esercito di leva. Che presenta costi assai più elevati rispetto al piccolo esercito di volontari che abbiamo oggi. Soprattutto, dovremo entrare nell’ottica che avemmo nel 1933: di pensare possibile una guerra estesa sul territorio europeo, contro un’eventuale avanzata russa, che tornerebbe a essere una opzione non folle, possibile.
La cosa tragica è che gli stati europei saranno sempre più quasi tutti governati da partiti nazionalisti e populisti. Proprio come nel 1939. L’elezione di oggi di Trump può realmente portare, da qui a pochissimi anni, alla fine delle nostre vite così come le abbiamo sempre immaginate lungo 80 anni di pace.