Il dibattito Trump-Biden
Trump rifiuta di condannare i suprematisti bianchi e si appella all’ultradestra dei Proud Boys nel dibattito tv
Una battaglia a suon di colpi bassi, un dibattito che tutti i principali commentatori americani (e non solo) hanno definito il peggiore della storia Usa, senza particolari proposte politico-economiche ma giocato esclusivamente sugli attacchi personali, sulle fake news. E’ la ‘storia’ del primo dibattito Trump-Biden in vista delle elezioni presidenziali previste il 3 novembre.
Il peggio però lo si è avuto quando moderatore Chris Wallace, giornalista di Fox News, dopo un’ora di confronto acceso si è rivolto al presidente Donald Trump chiedendo se si impegnasse a “condannare i suprematisti bianchi e le milizie”.
L’AMBIGUITÀ DI TRUMP – Un terreno delicatissimo per il tycoon, che da mesi va ribadendo la sua politica “law and order” contro i manifestanti di Black Lives Matter scesi in piazza dopo la morte per mano della polizia di George Floyd, dall’altra non ha mai condannato apertamente le violenze dei gruppi di suprematisti bianchi, spingendosi a dire dopo gli scontri di Charlottesville del 2017 che la responsabilità era “di entrambe le parti”. In quell’occasione Heather Heyer, 32enne che protestava contro una manifestazione apertamente razzista di alcuni suprematisti, fu uccisa venendo investita volontariamente da un militante neonazista.
PROTESTE “COLPA DELLA SINISTRA” – Ebbene, la risposta di Trump alla domanda di Wallace è stata chiara: “Quasi tutto quello che vedo è causato dai radicali di sinistra, non è un problema dei conservatori”. Per il presidente quindi tutto il ‘marcio’ è dovuto alle proteste della sinistra, una mancata denuncia del suprematismo bianco che ha ovviamente messo in allerta la comunità di colore americana.
I PROUD BOYS – E sempre a proposito di suprematismo bianco, desta scalpore una citazione di Trump nel suo discorso sui presunti brogli elettorali, tema caldissimo per il tycoon, che li considera già in corso grazie al voto per posta. Da Trump è arrivato un appello diretto ai Proud Boys, noto gruppo razzista di estrema destra: “Proud Boys, state indietro e state a guardare. Ma vi dirò anche che qualcuno deve fare qualcosa contro l’antifa e la sinistra, perché questo non è un problema di destra. Questo è un problema di sinistra”, ha detto Trump.
Fondati nel 2016 da Gavin McInnes, i Proud Boys sono un movimento ormai ‘storico’ nell’ambito dell’alt right americana, la nuova estrema destra a stelle e strisce che ha in Trump il suo punto di riferimento. Da tempo protagonisti di scontri, agguati e minacce nei confronti di politici o gruppi progressisti, tra cui gli stessi Antifa, sono chiaramente riconoscibili per indossare una polo Fred Perry gialla e nera, costringendo il noto marchio di abbigliamento a prendere più volte le distanze e sospendo la vendita in Nord America di quel modello.
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