La vittoria di Donald Trump sembra inevitabile ed è una delle cause delle nuove ondate di panico sulla già frammentata società americana. Trump ha compiuto in un anno un’avanzata trionfale all’interno del partito repubblicano. Come ha fatto? Carota e bastone, rispondono i giornali liberal che lo accusano di terrorismo politico e favori al limite della corruzione. Inoltre, notizia del giorno, lo zazzeruto tycoon è accusato di aver ricevuto regalie durante la sua presidenza da potenze stranieri per molti milioni di dollari.

All’altro capo del panico americano c’è la ricandidatura democratica di Joe Biden che è in caduta libera nei sondaggi e non per le sue amnesie e gaffe ma perché il Presidente è sotto processo all’interno dello stesso partito democratico per la sua politica filoisraeliana che ha causato rivolte universitarie a favore dei palestinesi e anche di Hamas che a sua volta ha messo in fuga i grandi “donors” ebrei che si sono sentiti traditi per la rimozione degli infernali massacri del 7 ottobre del 2023. I sondaggi dicono che nei giovani fino a 24 anni prevalgono sentimenti propalestinesi e che dai 30 in su la solidarietà va a Israele. Tutto ciò avvantaggia Trump perché l’idea di vedere Biden succedere a se stesso oggi fa infuriare anche la sinistra che l’ha votato.

Due Stati, l’Iowa e il Colorado, hanno nella loro autonomia dichiarato Trump ineleggibile sulla base di una legge che risale alla Guerra di secessione, che vieta l’accesso agli uffici pubblici a chi abbia partecipato a insurrezioni. Ma questa interpretazione è stata dichiarata di valore nullo perché Trump è accusato di circa novanta reati, ma fra questi non c’è quello di insurrezione. Ma l’iniziativa ha portato nuovi consensi a Trump che si è messo nei panni dell’underdog perseguitato da chi cerca di strappargli la vittoria. Tuttavia, il suo crescente successo nel GOP è il frutto del funzionamento di un nucleo organizzato di fedelissimi che ha agito usando promesse e minacce entrambe credibili fra i membri del Congresso introducendo negli Stati Uniti l’idea leninista del partito armato, il nucleo dei fedelissimi senza scrupoli che eseguirebbero le direttive scelte da Trump per catturare non soltanto i parlamentari del Congresso, ma la loro “constituency”, l’elettorato personale di ciascuno. In questo modo è stata fatta fuori nel partito repubblicano l’ideologia tradizionale della classe dirigente conservatrice che rappresentava il partito dei ricchi produttori che vogliono più profitti e meno tasse.

Donald Trump è il campione di questo tipo di repubblicani, ma non ha voluto essere banalmente il leader dei miliardari e ha occupato tutta lo spazio di chi rifiuta l’ingresso di immigrati illegali e chiede un’operazione militare in Messico per distruggere i potenti cartelli della droga. L’atteggiamento intransigente di Trump su questo tema gli ha portato il favore politico degli immigrati con diritto di cittadinanza che non vogliono saperne della concorrenza sui posti di lavoro causata dagli illegali sottopagati.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.