In quelle che The Economist ha definito a buon diritto “le elezioni più importanti del 2023”, ovvero le presidenziali della Turchia, lo spoglio si protrae fino al mattino, con un ritmo al cardiopalma. Alle 6.44 siamo ancora al fotofinish, con il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan che supera di un’incollatura Kemal Kılıçdaroğlu: secondo la CNN Turk, il primo al 49,34%, con il secondo che gli soffia sul collo al 45%. Una corsa che porterà – appare ormai quasi inevitabile – al secondo turno del 28 maggio. Dati confermati anche da Halk Tv, emittente vicina all’opposizione, che alle 7.45 circa riporta per Kılıçdaroğlu un lievemente più favorevole 45,5%, mentre il terzo candidato Sinen Ogan si ferma al 5,28% delle preferenze.

Eppure, alla partenza, all’apertura delle urne, la corsa di Ergogan sembrava spianata verso la vittoria. I primi dati, lo davano largamente in vantaggio, al 54% abbondante. Buona parte dei primi voti scrutinati arrivavano dalle zone interne, da villaggi dell’Anatolia, zone considerate tradizionalmente favorevoli al presidente in carica.

Il candidato di Nation Alliance, il mite Kemal Kılıçdaroğlu, l’uomo del cambiamento possibile, seguiva al 38,56%, ma in netto recupero. Largamente staccato il candidato di Ata Alliance Sinan Ogan al 5-6%. Il tutto, in un contesto di altissima affluenza: %85.77, come indica la CNN Turk alle 7.30 del 15 maggio.

Durante la notte, la remuntada di Kılıçdaroğlu arriva dai grandi centri costieri: il vento del cambiamento soffia dal mare verso l’interno del Paese. Erdogan prende tempo e dichiara: “Il fatto che le elezioni del 14 maggio si siano svolte in una grande festa democratica, con pace e tranquillità, è espressione della maturità democratica della Turchia, ma qualsiasi tentativo di annunciare frettolosamente i risultati sarebbe un’usurpazione della volontà nazionale”.

È uno dei leader dell’opposione, Ekrem İmamoğlu, Sindaco di Instanbul, attorno alle 22, a dichiarare che i voti di Erdoğan diminuiscono e quelli di Kılıçdaroğlu aumentano. Una profezia che si rivela veritiera. Alle 2.39, Kilicdaroglu se ne dice certo: “Vinceremo al ballottaggio”.

All’alba, “l’uomo della cipolla”, il Gandhi turco, è in corsa verso il traguardo del 28 maggio.

Alle 9.35 circa, lo spoglio viene dichiarato quasi terminato, con il 99,37% delle schede scrutinate. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si assesta sul 49,4%, come afferma il presidente del Consiglio elettorale turco Ahmet Yener, nelle dichiarazioni riportate dalla tv di Stato Trt. Lo stesso Yener fa sapere che il principale candidato dei partiti di opposizione Kemal Kilicdaroglu ha ottenuto il 44,96% delle preferenze, Sinan Ogan il 5,2% e Muharrem Ince lo 0,44% dei consensi.

L’affluenza ha toccato l’88,29%, mentre per le elezioni parlamentari, che si sono svolte in contemporanea, ha votato l’85% degli aventi diritto. L’Alleanza popolare, la coalizione che sostiene Erdogan, si è comunque assicurata la maggioranza dei seggi in parlamento.

Frattanto, la borsa locale crolla vistosamente. Tonfo della piazza di Istanbul, che ha sospeso le contrattazioni a inizio scambi dopo essere crollata a -6,38% per poi riprenderle poco dopo.

 

 

 

 

 

 

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