Le operazioni di terra
Tutti in piazza contro Netanyahu: scontri e arresti. E i negoziati proseguiranno sotto il fuoco

Da Tel Aviv
La protesta è esplosa subito dopo che le bombe sono tornate a piovere sulla Striscia di Gaza. La ripresa delle ostilità, per gli oppositori di Benjamin Netanyahu, è stata solo una tattica del primo ministro per evitare la tempesta perfetta. Il premier è ancora sottoposto al processo per corruzione. Molti nello Stato ebraico credono che sia arrivato il momento di una vera commissione di inchiesta che faccia luce su quanto accaduto il 7 Ottobre e sugli errori dell’intelligence.
La boccata d’ossigeno per la maggioranza
Il ritorno di Itamar Ben-Gvir nel governo (ieri ha ripreso la carica di ministro della Sicurezza Nazionale) serviva come una boccata d’ossigeno per la sua maggioranza. La rabbia delle famiglie degli ostaggi è costante, e con loro la rabbia di chi si è unito alle proteste che da più di 500 giorni si tengono nel Paese per chiedere un accordo e la liberazione di tutti i rapiti. E ora si è aggiunto un altro grande tema, quello del licenziamento di Ronen Bar. Il capo dello Shin Bet è stato di fatto “licenziato” dal primo ministro con un annuncio di rimozione che ha scatenato la protesta dell’opposizione e della piazza. Secondo i media israeliani, la riunione del governo per decidere sul futuro di Bar dovrebbe tenersi già oggi, mentre domenica dovrebbe essere il turno del procuratore generale Gali Baharav-Miara. E ieri, migliaia di persone sono scese di nuovo in strada.
La manifestazione di Gerusalemme
La manifestazione più grande si è tenuta a Gerusalemme, dove migliaia di persone si sono radunate prima davanti alla Knesset, il parlamento israeliano, per poi dirigersi verso la residenza di Netanyahu. Vicino la casa del primo ministro sono esplosi anche tafferugli tra i manifestanti e la polizia. E mentre alcuni dimostranti hanno provato a sfondare le transenne messe dalle forze dell’ordine, altri hanno inscenato un altro tipo di protesta, più pacifica, sedendosi sui marciapiedi o occupando un incrocio. La piazza ha unito almeno due anime dell’opposizione al governo. La prima è quella che vede in Bar una vittima della stretta di Netanyahu sullo Stato ebraico. Stretta che arriva mentre uno dei collaboratori più vicini a “Bibi” è accusato di avere ricevuto denaro dall’imprenditore Gil Birger per conto del lobbista Jay Footlik. La seconda, invece, è quella che vede nella ripresa delle ostilità a Gaza la fine della possibilità di riavere gli ostaggi, sia i vivi che i morti. Ma il premier, in questa fase, sembra avere deciso di proseguire nella sua strategia di massima pressione militare su Hamas.
Le operazioni di terra
Ieri le forze israeliane hanno confermato di aver iniziato delle operazioni di terra “limitate” nel centro e nel sud della Striscia di Gaza, in modo da ampliare la cosiddetta “zona cuscinetto”. Idf e Shin Bet hanno confermato di avere colpito decine di obiettivi nel corso delle ultime 24 ore in tutta la Striscia di Gaza, uccidendo Yasser Muhammad Harb Moussa, responsabile della sicurezza dell’ufficio politico di Hamas, e Muhammad Jamassi, presidente del comitato d’emergenza del movimento. L’esercito ha ribadito agli abitanti palestinesi di alcune zone di abbandonare il prima possibile le proprie case e recarsi nella parte ovest di Gaza o a Khan Younis. “Liberate gli ostaggi o liberatevi di Hamas”, con queste parole il ministro israeliano della Difesa Israel Katz si è rivolto ai cittadini di Gaza. E l’espansione delle operazioni militari rischia di provocare un ulteriore irrigidimento di Hamas nel negoziato. Ieri, Hamas ha ribadito di essere pronta a tornare al tavolo delle trattative se Israele fermerà gli attacchi. Ma Netanyahu è stato netto: i negoziati ora saranno sotto il fuoco.
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