Esteri
Twitter rimuove 24mila profili falsi legati al governo cinese: erano la macchina della propaganda di Pechino
Oltre 32mila account Twitter collegati alla Cina, Russia e Turchia sono stati chiusi dal noto social network con l’accusa di fare propaganda e disinformazione. In particolare sono 23.750 gli account collegati alla Cina che diffondevano ingannevolmente messaggi favorevoli al governo cinese, connessi a loro volta ad altri 150mila che fungevano da “amplificatori”. In particolare le fake news di Pechino riguardavano le proteste di Honk Kong, la gestione del Partito Comunista nella lotta al Coronavirus e le proteste antirazziste negli Stati Uniti scoppiate dopo la morte di George Floyd.
Se la Cina fa la parte del leone per il numero di account chiusi, altre 7.340 collegati alla Turchia e 1.152 alla Russia sono stati messi fuori gioco da Twitter. I primi era dedicati principalmente a diffondere propaganda a favore del presidente Recep Tayyip Erdogan, i secondi a diffondere critiche agli oppositori di Vladimir Putin.
“Operazioni di influenza persistente, occulta e ingannevole come questa dimostrano fino a che punto il Partito-Stato colpirà le minacce esterne al suo potere politico”, ha spiegato al New York Times Fergus Hanson, direttore del cyber center di Aspi, l’Australian Strategic Policy Institute.
Twitter said it removed thousands of accounts that were part of a Chinese misinformation campaign that in part promoted Beijing’s pandemic response https://t.co/nHpDYATWxp
— The New York Times (@nytimes) June 11, 2020
Gli account cinesi in particolare sono stati rilevati nelle ultime settimane ma, secondo Twitter, non era abbastanza elaborati da poter ‘passare’ per persone reali: pochi di questi infatti avevano raggiunto oltre 10 followers prima di venir cancellati. I profili Twitter cancellati dalla piattaforma erano in gran parte destinati all’estero: il social non è raggiungibile in Cina se non tramite le cosiddette VPN, connessioni private che consentono di aggirare i blocchi (firewall, ndr) imposti dal governo.
L’ALLARME DEL COPASIR – Nelle scorse settimane anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, aveva lanciato l’allarme sulla diffusa attività di disinformazione on line messa in atto da attori stranieri in Italia col fine di “manipolare il dibattito politico interno, influenzare gli equilibri geo-politici internazionali, incitare al sovvertimento dell’ordine sociale e destabilizzare l’opinione pubblica in merito alla diffusione del contagio e alle misure di prevenzione e di cura”.
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