Il 23 avrebbe espresso più volte l'intenzione di togliersi la vita
Uccise l’amico Maxim Zanella in un rito satanico: Oskar Zozlowski suicida in carcere

L’omicidio di Maxim Zanella aveva rispolverato il terrore per le Bestie di Satana: la setta che tra il 1998 e il 2004 si rese protagonista di una spirale di violenza, con riti e messe nere, che portò anche a quattro morti accertate e a 18 sospette. Il 30enne lo scorso luglio è stato ucciso con una coltellata dall’amico Oskar Zozlowski, 23 anni, durante un rito nero. Reo confesso, accusato e detenuto, il 23enne di origine polacca si è ucciso in carcere. È l’epilogo della tragica vicenda, riportato da Il Corriere dell’Alto Adige, che ha sconvolto Brunico, nella provincia autonoma di Bolzano.
Zanella lavorava come bagnino nella piscina coperta Cron4. Era un ragazzo tranquillo, lavoratore. Qualche precedente per aver aggredito a calci e pugni i carabinieri intervenuti per sedare una rissa in discoteca – pena sospesa con condizionale. Amava camminare nei boschi, raccoglieva ossa animali. A casa sua gli inquirenti avrebbero trovato la testa di un caprone. Aveva 30 anni ed era stato adottato nel 1998 dai genitori – il padre era il presidente provinciale del Club Alpino italiano – con la sorella Cristina in Russia. Viveva nello stesso edificio in cui viveva Kozlowski.
23 anni, magazziniere in un colorificio di Brunico, una passione per il diavolo e i riti esoterici esplicitati tramite un tatuaggio (“666”) sul braccio e i pentacoli, le croci rivoltate, i caproni, Lucifero, le immagini violente postate su Facebook. Era ossessionato da quel mondo. Si tagliava le braccia e inneggiava a riti esoterici. Il 27 luglio scorso avrebbe convinto Zanella a partecipare a un rito per invocare un demone. A casa dell’amico, la vittima. Dopo qualche birra il bagno di sangue del teschio. Kozlowski avrebbe quindi impugnato il coltello e ucciso Zanella che in una violenta colluttazione aveva provato a difendersi.
Il 23enne si è recato poi al pronto soccorso, a farsi medicare anche per il taglio sul polso per il sacrificio. Poco prima si era liberato del telefono e dell’arma del delitto. Ha confessato tutto. “Non so perché l’ho fatto ma ho sempre desiderato uccidere qualcuno in questo modo”, aveva detto senza pentimento al pm Sara Rielli. Avrebbe anche esplicitato più volte l’intenzione di volersi suicidare. I carabinieri del reparto indagini scientifiche, dopo il delitto, avevano trovato la candela e il teschio insanguinato usati per il rito a casa della vittima. Zanella non aveva mai avuto niente a che fare con il diavolo e tutto quel mondo esoterico. Il delitto ha sconvolto la comunità. “Questo delitto colpisce l’intera città. Brunico è una realtà piccola e tranquilla ed è chiaro che fatti del genere turbino un po’ tutti noi”, aveva dichiarato il sindaco di Brunico Roland Griessmair.
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