La Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Giacomo Bozzoli. È lui che nel 2015 ha ucciso lo zio Mario, un imprenditore di Marcheno nel bresciano che era svanito nel nulla. Il nipote lo ha gettato nel forno della fonderia di famiglia, secondo quanto ricostruito dai giudici. Già in primo grado e in appello a Brescia era stato condannato all’ergastolo. Negli ultimi nove anni, Bozzoli – oggi 39enne – è rimasto in libertà e non ha seguito l’udienza a Roma, mentre in tribunale era presente il padre Adelio. È stato lo stesso genitore a dire che il figlio ha aspettato l’udienza nella sua abitazione sul lago di Garda, ma quando i carabinieri sono arrivati lì non lo hanno trovato. La casa era vuota.

Ergastolo confermato per il nipote dell’imprenditore gettato nel forno, ma Giacomo Bozzoli è sparito

I carabinieri che si sono presentati nella casa di Bozzoli, quella in cui è residente, non hanno trovato nessuno. Il 39enne, che doveva essere condotto in carcere, è sparito. Gli uffici della Procura di Brescia hanno già ricevuto l’estratto della sentenza della Cassazione, tanto da aver già emesso l’ordine di carcerazione. Ma l’uomo non si trova. Le ricerche sono scattate immediatamente con i militari che sono al lavoro per rintracciarlo.

Caso Bozzoli, cosa successe e la dinamica dell’omicidio

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Giacomo avrebbe aggredito lo zio vicino ai forni ma poi avrebbe affidato il “compito” di gettare il corpo nel forno ad un dipendente dell’azienda, Giuseppe Ghirardini. Quest’ultimo svanirà nel nulla a sua volta sei giorni dopo la scomparsa/omicidio di Bozzoli. Il corpo senza vita dell’operaio verrà trovato solo il 18 ottobre 2015 nei boschi di Case di Viso, ucciso da una capsula di cianuro rinvenuta nello stomaco.

Redazione

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