La tragedia del pescivendolo, la famiglia smentisce: "Nessuna raccolta fondi"
Ucciso mentre bucava le ruote ai rapinatori, il dolore della madre di Tonio e il ricordo: “Eroe fino alla fine”

“Guardatelo bene quest’uomo, se qualcuno fosse andato da lui e gli avrebbe detto non ho la possibilità di fare la spesa per il Natale lui gli avrebbe dato tutto il necessario. Non immaginate il grande cuore e la generosità che aveva”. E’ solo uno dei tanti messaggi che in questi tristi giorni natalizi ricordano Antonio Morione, per tutti ‘Tonio‘, il pescivendolo (marito e padre di tre figli, la più piccola ha 13 anni) ucciso la sera del 23 dicembre mentre bucava le ruote all’auto dei rapinatori entrati in azione nella sua pescheria, “Il Delfino”, a Boscoreale, comune dell’area vesuviana in provincia di Napoli.
Mentre proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata per chiudere quanto prima il cerchio intorno ai tre banditi entrati in azioni a bordo di un’auto, ritrovata dopo alcune ore bruciata nei pressi delle case popolari della zona Piano Napoli, sempre a Boscoreale, la sera della vigilia è andata in scena una veglia all’esterno della pescheria in via Giovanni Della Rocca.
Numerosi i cittadini che hanno ricordato il pescivendolo ammazzato con un colpo al volto. Messaggi, fiori, lumini per ribadire che la parte sana è stanca dell’escalation di criminalità che da tempo affligge diverse aree della provincia e della città napoletana. Nei prossimi giorni ci sarà un vertice in Prefettura per fare il punto della situazione e trovare, si spera, nuove contromisure per presidiare nel miglior modo possibile il territorio.
Il dolore della mamma: “Mio figlio abbandonato dalla legge”
A parlare nelle scorse ore è stata anche la mamma di Tonio. “Mio figlio era un commerciante onesto che la legge ha abbandonato a se stesso” ha affermato la signora Ernesta ai microfoni di Rado Rai. “Mezz’ora prima del fatto l’altro mio figlio, Giovanni, aveva subito una rapina, lo stesso era stato rapinato anche l’anno scorso, sempre nel mese di dicembre”. Su un bigliettino lasciato accanto a un fascio di rose davanti alla serranda della pescheria c’è scritto: “Sei morto per difendere il frutto del tuo lavoro. Spero che chi ha fatto ciò, paghi”.
Smentita la raccolta fondi per la famiglia di Tonio: “Vergognatevi”
Intanto sempre sui social alcune persone vicine alla famiglia di Antonio precisano che non è stata organizzata alcuna raccolta fondi per aiutare la famiglia del commerciante. “Portate rispetto al dolore di questa famiglia ma soprattutto portate rispetto ad Antonio, vergognatevi” c’è scritto in un post che smentisce la raccolta lanciata sulla piattaforma GoFundMe e cancellata dopo alcune ore.
Il messaggio: “Eroe fino all’ultimo”
Struggente il messaggio di Ilaria: “Mi hai cresciuta come una figlia, perché per te ero un altra figlia. Non dimenticherò mai quando mi chiamavi “Loredà”, solo tu mi potevi chiamare così. È ora dove sei? Non ci sei più per colpa di merde (perché solo così possono essere chiamati, “animali per loro è troppo”), penserò sempre alle nostre chiacchierate nel furgone prima di andare a lavoro, a quando dicevi “s nun m fai u nupot maschij sient (se non mi fa un nipote maschia mi arrabbio, ndr)” e non dimenticherò mai le ultime parole che mi hai detto prima dell’accaduto. Sarai sempre nei nostri Tonio Morione. Eroe fino all’ultimo”.
La ricostruzione della notte di sangue delle pescherie
Hanno prima rapinato la pescheria del fratello, sempre a Boscoreale (Napoli), portando via un incasso cospicuo, poi dopo pochi minuti, intorno alle 21.45 di giovedì 23 dicembre, sono arrivati a bordo di un’auto all’esterno della pescheria “Il delfino” di Antonio Morione. Un uomo è sceso dall’auto armato di pistola mentre gli altri due complici sono rimasti all’interno del veicolo con il motore acceso e pronti alla fuga. Qualcosa però è andato storto perché mentre il bandito intimava la consegna dei soldi, Morione, 41enne originario di Torre Annunziata che probabilmente era già a conoscenza della rapina subita dal fratello, si trovava all’esterno della pescheria: ha impugnato un coltello e iniziato a squarciare una ruota dell’auto.
Il rapinatore armato di pistola per guadagnare la fuga ha esploso quattro colpi, uno ha centrato in pieno volto il pescivendolo stramazzato al suolo agonizzante tra le urla delle persone presenti, una decina in tutto tra clienti e familiari (presenti anche la moglie e i figli). Mentre il commando fuggiva, sono stati allertati i soccorsi e poco dopo in via Giovanni Della Rocca è arrivata un’ambulanza e una gazzella dei carabinieri della locale stazione di Boscoreale.
“Tonio“, così come veniva chiamato da parenti ed amici, è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dove è deceduto poco dopo in seguito alle gravi ferite riportate.
Una cittadina sconvolta quella di Boscoreale, distrutta dal dolore per l’inspiegabile morte di un commerciante molto conosciuto e apprezzato. Insieme al papà, scomparso nel novembre 2020, gestiva la pescheria da anni. Il fratello, Giovanni Morione, gestiva invece un’altra pescheria, “La Rosa dei Venti” in via Armando Diaz dove i rapinatori (probabilmente gli stessi) hanno realizzato il primo colpo, sparando una volta probabilmente per guadagnare la fuga.
Gli inquirenti infatti non escludono che la banda entrata in azione in via Giovanni Della Rocca, possa essere la stessa che poco prima aveva preso di mira la pescheria del fratello di Tonio. Un elemento che fortifica questa ipotesi è il fatto che sul posto sia stato recuperato il bossolo di un colpo esploso dai malviventi durante la fuga è risultato dello stesso calibro 9×21 dei quattro sparati all’indirizzo di Antonio Morione. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata e coordinate dalla procura oplontina guidata da Nunzio Fragliasso. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona.
Le indagini si indirizzano nella zona delle case popolari del Piano Napoli dove nella notte è stata ritrovata un’auto bruciata, probabilmente quella utilizzata per effettuare le rapine in una notte, come quella del 23 dicembre, dove le pescherie lavorano fino a notte fonda perché l’afflusso di clienti in vista del cenone della vigilia e del pranzo di Natale è considerevole, così come l’incasso.
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