Ci sono prove che la distruzione della diga di Nova Kakhovka, nella regione ucraina di Kherson, sia frutto di un sabotaggio compiuto dalla Russia. Lo scrive il “New York Times” in un approfondimento rilanciato oggi in apertura dell’edizione web.

Secondo l’inchiesta del NYT, la struttura della diga era stata progettata per resistere a tutti i possibili attacchi dall’esterno, ma sarebbe stata sabotata dall’interno grazie alla conoscenza del progetto originale, risalente all’epoca sovietica.

Per il quotidiano, i sabotatori avrebbero collocato esplosivo nel corridoio che porta alla sala macchine, ricavato all’interno dell’enorme blocco di cemento armato su cui sorge la diga.

Poco prima del cedimento, spiega il “Nyt”, sismografi in Ucraina e Romania registravano segnali di una potente esplosione, mentre i testimoni presenti nella zona hanno parlato di un boato e i satelliti dell’intelligence statunitense riscontravano radiazioni riconducibili allo scoppio di una bomba.

Inoltre, grazie al calo del livello dell’acqua causato dalla rottura dell’argine, è possibile ora vedere che nel segmento centrale della diga sono venute meno le fondamenta in cemento armato.

Secondo il governatore ad interim russo della regione di Kherson, Vladimir Saldo, il crollo ha sin qui causato la morte di 25 persone e costretto all’evacuazione poco meno di 8.000 residenti.

Redazione

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