La fine del conflitto in Europa
“Ucraina divisa in due, senza armi e sbocco sul mare”, il piano B di Putin sulla guerra
Fallito il piano A – quello della guerra lampo, della conquista in una manciata di giorni dell’Ucraina, dell’entrata trionfale a Kiev – Vladimir Putin contempla con serietà che la sua “operazione speciale” di “smilitarizzazione” e “denazificazione” possa trovare un finale dignitoso, tutt’altro che umiliante, anzi piuttosto vantaggioso in un piano B. L’idea: un’Ucraina divisa in due, una filo-europea e un’altra filo-russa. Fortemente sbilanciata per forze e risorse su quest’ultima.
È quanto scrive Daniele Raineri, reporter di guerra de Il Foglio, fino a qualche giorno fa inviato sul campo. Dove si continua a sparare, ad abbattere edifici militari e civili, le vittime aumentano come i profughi (circa tre milioni di persone sono ormai uscite dal Paese). Le forze russe, secondo intelligence e osservatori occidentali sono allo stallo, impantanate: per il New York Times sono settemila le perdite, il morale dei soldati bassissimo, tante le immagini dei mezzi militari abbandonati tra i boschi, i raid aerei usati per dissimulare lo sbandamento.
Se la Russia registra perdite, è comunque l’Ucraina a pagare il prezzo più caro: un Paese distrutto, un popolo in fuga o stremato, città da ricostruire anche interamente. La bozza in 15 punti rivelata dal Financial Times è stata rilanciata come un passo decisivo ma la pace sembra ancora lontana. Le trattative ancora lunghe. E quindi, allontanandosi una vittoria su tutta la linea Putin starebbe contemplando quel piano B di una mini Ucraina. L’opzione, discussa da molti analisti anche prima dell’invasione, avrebbe come confine naturale il fiume Dnipro: non spingersi più a ovest, replicare il modello Siria – dove Mosca è intervenuta nel 2015 a sostegno di Bashar Al Assad salvando di fatto il regime di Damasco dalla capitolazione – che ha lasciato territori ai ribelli come valvole di sfogo.
Quello che potrebbe succedere in Ucraina, si legge sul quotidiano italiano, è che “i russi dichiarano repubbliche popolari indipendenti nell’est, sul modello di quello che hanno fatto nel Donbass, non avanzano verso ovest e così creano di fatto uno stato ucraino filo Europa al confine con la Polonia. In questo territorio farebbero sfollare tutti gli ucraini che sono contrari all’occupazione russa – del resto non possono tenerseli perché sarebbero fonte di guai infiniti e non possono ucciderli perché sarebbe una strage da ricordare i Khmer rossi in Cambogia”.
Mosca potrebbe puntare a inglobare dunque città importanti come Chernihiv, Kharkiv, Mariupol e Mykolajiv. Quindi marciare su Odessa. Se dovessero riuscire a controllare tutte le coste lo stato filo-ue rimarrebbe – confinante a nord con Bielorussia, a sud ed est con la Russia, a ovest con l’Europa – senza accesso al mare. E senza armi visto che i russi stanno bombardando tutte le industrie belliche. “Con questa strategia dello sfacelo, si assicurano che la nuova Ucraina dimezzata non sarebbe in grado per molti anni di fare la guerra”. I confini tra le due parti sarebbero con molte probabilità militarizzati.
The illegal and unprovoked invasion of Ukraine is continuing.
The map below is the latest Defence Intelligence update on the situation in Ukraine – 17 March 2022
Find out more about the UK government’s response: https://t.co/DUnpFgmfWv
🇺🇦 #StandWithUkraine 🇺🇦 pic.twitter.com/6L8Q52eHqn
— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) March 17, 2022
© Riproduzione riservata