Il conflitto
Ucraina, l’ora della verità: la Russia prepara l’attacco mentre i pacifisti ignorano la realtà del conflitto
In queste ore l’Ucraina attende con comprensibile angoscia uno dei più massicci attacchi aerei dell’invasore russo dall’inizio della guerra. Nonostante sia stato smentito da Mosca e dalla stessa Kiev, non tarderà il messaggio a suon di bombe che Putin vuole dare agli Stati Uniti e all’Europa: non saranno i missili a lungo raggio forniti (tardivamente) da Joe Biden a fermare l’aggressione.
In queste ore, per altro verso, si moltiplicano gli appelli dei pacifisti “neoerasmiani” (“La pace più ingiusta è migliore della guerra più giusta”, Erasmo da Rotterdam, “Querula pacis”, 1517) per fermare una escalation militare incontrollabile. Pacifisti radicali, per loro il ricorso alle armi è sempre un crimine. Beninteso, la maledizione della guerra e dei suoi orrori risale al paleolitico superiore. Viene persino cavalcata anche da due leader politici, entrambi devotissimi – oltre che a Putin – uno alla Vergine e l’altro a Padre Pio, per il consenso che riscuote tra gli elettori, poiché accantona il dilemma “burro o cannoni”.
Dopo tre anni in cui l’Ucraina ha visto milioni di profughi, decine di migliaia di civili morti o torturati, le sue famiglie smembrate, le sue città distrutte da un uragano di missili, questi signori continuano a consigliare prudenza a chi l’escalation l’ha subita senza torcere un capello agli abitanti di Mosca e San Pietroburgo. Questi signori, inoltre, sorvolano elegantemente sul fatto che il Cremlino sta ammassando ai suoi confini truppe imponenti per sferrare una controffensiva che certo non punta solo a riconquistare le posizioni perdute nel Donbass.
Eppure soltanto il suo insuccesso potrebbe determinare le condizioni di un cessate il fuoco, e poi (forse) l’apertura di un negoziato di pace che non offra al Cremlino guadagni territoriali al di là dello status quo ante l’inizio dell’invasione, permettendogli tuttavia di salvare la faccia (in che modo, è il vero oggetto di una trattativa realistica). Questi signori, infine, credono sul serio che, cedendo al ricatto di un tiranno, costui diventerebbe più indulgente? Accadrebbe esattamente il contrario, e i paesi che hanno conosciuto il tallone dell’Urss lo sanno bene. Da noi non lo sa, o fa finta di non saperlo, soprattutto un cialtronesco “ceto mediatico” composto da intellettuali, politici, giornalisti e accademici affamati di visibilità.
© Riproduzione riservata