Ucraina, Nina e le altre donne combattenti: “Difenderemo la nostra terra”

“Siamo le donne dell’Ucraina, abbiamo visto i nostri uomini feriti per proteggere la nostra terra, abbiamo messo in sicurezza i nostri figli e adesso prendiamo le armi. Distruggeremo il nemico in ogni zona della nostra terra, in ogni città, ogni villaggio e ogni foresta. Vi uccideremo come cani rabbiosi, gloria all’Ucraina!”. È questo il messaggio lanciato da un gruppo di soldatesse in mimetica in occasione della festa della donna e pubblicato dalle forze armate di Kiev.

Secondo il ministero degli Esteri il 15% dei soldati ucraini che combatte l’invasione russa è di sesso femminile. In questa guerra le donne stanno avendo un ruolo fondamentale. Sono soldati ma anche soccorritrici, persone che per le strade e nei bunker danno il loro sostegno alla popolazione impegnandosi in prima persona. Lo sono anche nella fuga: i loro uomini non possono lasciare l’Ucraina e sono tante le storie di donne che si mettono al volante di auto e autobus per portare in salvo altre donne e bambini.

Tante hanno deciso di restare accanto ai loro uomini e alle loro famiglie. “Se dobbiamo morire, moriremo insieme”, dice Nina in un lungo messaggio alla sua famiglia in Italia. Nina come tante altre donne nel paese è rimasta nella sua città natale al confine con la Bielorussia. Insieme alle cognate e ai nipoti impastano biscotti da portare ai soldati e cercano di recuperare ciò che serve nelle zone di lotta. Medicinali, garze, materiale per al sala operatoria, mettono insieme tutto ciò che serve.

“Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, circa 80mila donne partoriranno nei prossimi 3 mesi” in Ucraina” senza poter accedere alla necessaria assistenza” medica. È uno dei dati su cui ha espresso preoccupazione Hans Kluge, direttore dell’Ufficio regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa, oggi durante un briefing dedicato all’emergenza in Ucraina. E sono tante le difficoltà a cui queste donne ancora dovranno andare incontro, lontano dalle famiglie e dalle loro case. L’8 marzo è l’occasione per stare accanto a tutte loro. Dall’Italia sono tanti i messaggi di solidarietà per queste donne.

“Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani, rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurdà”. Cosi’ il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia al Quirinale per la Giornata internazionale della donna.

“È il giorno più buio per l’Europa. L’8 marzo più buio dal 1939. Ho sempre parlato a nome delle donne che non sono riuscite a realizzare le loro potenzialità. Che sono state dimenticate. donne abbandonate e le cui aspirazioni sono sempre passate in secondo piano. Tuttavia è la prima volta che devo esprimermi a favore del diritto della donna alla vita per se”. Lo ha dichiarato la scrittrice Ucraina, Oksana Zabuzhko, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo in occasione della Giornata mondiale della donna.