La stessa che alcuni continuano a battere ed allargare, casomai qualcuno alzasse la testa e volesse mai uscire dalla recessione. Ora rimetterci in corsa è dura, ma non possiamo più aspettare. In questo quadro cosa hanno fatto di buono i bravi governanti che ci hanno preceduto? Hanno pensato bene di dare un sussidio a tutti a prescindere dal merito, dato che non è nemmeno più vera la storia dei giovani sul divano che percepiscono il reddito di cittadinanza: l’assegno di Di Maio lo prendono anche i delinquenti e quelli che guidano la Porsche bevendo Dom Perignon. Ora, ci possono dire che vogliamo far cadere il governo, che siamo dei rompiscatole, però una cosa è certa: il reddito di cittadinanza va abolito, così come va eliminata quota 100 perché non possiamo continuare ad essere un Paese dove le risorse invece che sulla crescita vengono messe per sostenere anche il reddito di chi lavora in nero o per mandare in pensione anticipatamente chi comunque una pensione già ce l’ha garantita, quando per le nuove generazioni non vi è alcuna certezza.

Più che le timide parole di Conte, stretto tra i turbamenti del M5S e l’ultima spiaggia del Pd, che nella conferenza di fine anno ha detto che il reddito di cittadinanza va “rivisto” (ma va?) preferisco quelle di Mattarella che nel suo discorso al Paese ha richiamato l’urgenza di tornare a dare fiducia e affidare responsabilità ai giovani. Come gliela diamo questa chance ai nostri figli se i soldi che dovremmo investire sul loro futuro, sulla formazione, sulla creazione di posti di lavoro, per sganciare l’Italia da una burocrazia soffocante, li diamo a chi spesso non li merita affatto?

E così, mentre i furbetti del reddito dilagano, l’Italia si impoverisce e diventa sempre di più un paese illiberale e ingiusto, dove il lavoro non esiste più ma in compenso esisteranno i processi eterni. Manette e tasse, insomma. Ecco, se volete sapere quali saranno i punti della famosa verifica di gennaio sono proprio questi due: via il reddito di cittadinanza e no alla riforma della prescrizione. L’Italia è ferma, ha bisogno di crescere : è questa la svolta che chiediamo al Conte 2 per andare avanti, proprio noi che l’abbiamo ideato.