La sindaca di Assisi, Stefania Proietti, ha rovesciato i pronostici negativi e riportato la sinistra alla guida della Regione Umbria. Non era facile, nella sfida che ha visto contrapposte due donne dalla solida esperienza amministrativa, Proietti da una parte e Donatella Tesei – apprezzata governatrice uscente – dall’altra. I Dem hanno riconquistato la regione sfiorando il 30%, uno dei migliori risultati di sempre.
Umbria, il dramma affluenza
Sulla base però di quello striminzito 52% di elettori che ha preso parte al voto: le elezioni stanno diventando ormai materia esoterica, la scheda votata un rito iniziatico per addetti ai lavori. Un dato molto più basso della precedente consultazione quando fu del 64,69%. Entrambe le province hanno comunque superato la soglia della metà degli aventi diritto che si sono recati alle urne. In quella di Perugia il dato è stato del 53,02% (65,02% nel 2019) e del 50,16% nella provincia di Terni (62,73%).
Il Movimento Cinque Stelle sprofonda
In questo rito, le basi militanti contano e la capacità di attirare il consenso va costruita con reti di relazioni non improvvisate. Salta all’occhio il dato negativo del Movimento Cinque Stelle, che sprofonda al 4,6% (aveva preso un pur magro 8,6% nel 2019) segnando per Conte il risultato più basso, se non si tiene conto dell’Emilia-Romagna dove ha preso il 3,5%. E questo nella settimana clou dell’annunciatissima kermesse nazionale del Movimento, “Nova”, che prenderà il via sabato a Roma.
Male anche la Lega
Anche la Lega va male, a conferma di un trend negativo per i populisti di destra e di sinistra. Alternativa Popolare di Bandecchi prende l’11,74% nella sua Terni, a dimostrazione che comunque aggregarlo nella coalizione di centrodestra è stato utile, per tentare di arrivare a meta. L’ultima Presidente del centrosinistra, Catiuscia Marini, è raggiante: «Complimenti a Stefania Proietti, neo presidente della Regione Umbria per il coraggio e la determinazione che ha messo nell’impresa. Auguri di buon lavoro per una nuova stagione della nostra Umbria. Un grande abbraccio con tutto il mio affetto», le dice.
Il Pd che torna a vincere dovrebbe ripartire da lei, dalla Governatrice che ha pagato il prezzo del giustizialismo quando in auge c’era il populismo manettaro e per essere stata citata in un fascicolo di inchiesta, l’esperienza amministrativa Marini venne spenta a forza dal suo stesso partito. Che l’atmosfera sia cambiata lo dimostra la conferma del trend positivo di Forza Italia: se la coalizione non brilla, gli Azzurri raddoppiano il risultato precedente. Può dunque rivendicare il passo avanti il segretario di FI, Antonio Tajani. «Congratulazioni a Stefania Proietti e Michele de Pascale per le vittorie in Emilia-Romagna e Umbria. FI, che ha raddoppiato i consensi in entrambe le Regioni, farà un’opposizione costruttiva», fa sapere Tajani. «Grazie a Elena Ugolini, Donatella Tesei e ai nostri candidati per l’impegno encomiabile».
Le riflessioni nazionali
Quali riflessi nazionali avranno gli esiti delle urne umbre e emiliano-romagnole, è presto per dirlo. Il M5S è alle prese con una crisi di consensi irrimediabile, ma la blindatura di Conte è tale da non lasciar presagire a cambi di strategia rilevanti: al quesito posto sulle coalizioni elettorali hanno risposto i diretti interessati, gli elettori. Nel centrodestra si apre una riflessione: per Pillon (Lega) troppi elettori moderati sono rimasti a casa. E se Tajani festeggia, Fdi può dirsi stabilmente il secondo partito dell’Umbria come dell’Emilia-Romagna: Giorgia Meloni ha soppiantato Salvini anche nelle regioni e consolidato la sua formazione, conquistando numerosi seggi regionali per i suoi, a scapito dell’alleato leghista. Che prevedibilmente tirerà fuori, d’ora in avanti, gli artigli.