"Un aquilone per Patrick Zaky": svelato il disegno
“Un aquilone per Patrick Zaky”: continua la battaglia dei familiari e di Amnesty International
Sono trascorsi sette mesi da quando Patrick Zaky è stato imprigionato in Egitto e Amnesty International non ha mai smesso di denunciare un elevato rischio di tortura, chiedendo la liberazione dell’attivista. Ed è proprio di Amnesty International, insieme al Festival dei Diritti Umani e Articolo 21, che è l’idea di organizzare una manifestazione e chiedere ancora con più forza la liberazione dello studente egiziano dell’Università di Bologna. “Un aquilone per Patrick Zaky” questo il nome dell’iniziativa: un aquilone con l’immagine del giovane è pronto a volare nel pomeriggio del 12 settembre, alle ore 14.30, a Cervia. Fra i sostenitori anche l’Associazione Imbavagliati, Festival del Giornalismo civile di Napoli. Il progetto è diventato concreto grazie anche all’impegno dell’Associazione Cervia Volante che ha costruito l’aquilone, all’artista Gianluca Costantini che ha realizzato il disegno che ritrae Patrick e al Comune di Cervia che ha appoggiato l’iniziativa.
La scelta dell’aquilone non è casuale: l’idea nasce dopo aver appreso la notizia del divieto imposto dal governo egiziano di far volare gli aquiloni. Si tratta infatti dell’ennesima libertà negata in uno Paese dove dal 2017 è tornato in vigore lo stato di emergenza, in cui arresti, condanne, sparizioni forzate e torture sono prassi comuni. L’iniziativa ha il prezioso patrocinio dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, l’Ateneo che Patrick Zaky frequentava e dove tutti aspettano di vederlo tornare.
Patrick George Zaky, ricercatore egiziano e difensore dei diritti umani di 27 anni, è stato arrestato all’aeroporto del Cairo venerdì 7 febbraio, con l’accusa di fomentare le manifestazioni e il rovesciamento del governo, pubblicare notizie false sui social media minando l’ordine pubblico, promuovere l’uso della violenza e istigare al terrorismo. Secondo i suoi avvocati avrebbe subito interrogatori, sarebbe stato minacciato, picchiato e sottoposto a torture. Pochissime le visite permesse, censurate tutte le lettere spedite e quelle ricevute.
La settimana scorsa la famiglia era riuscita ad incontrare Patrick. Famiglia che resta in attesa della prossima udienza.
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