In questo contesto è sorprendente la superficialità con cui continua a muoversi questo governo in politica estera. I dazi americani all’Italia – verosimilmente una ripicca degli Stati Uniti per aver firmato la Via della Seta con il loro principale avversario – ne sono un esempio. Eppure sarebbe bastato un po’ di buonsenso in più visto che negli Usa, a differenza che in Cina, esportiamo molto più di quanto importiamo. Nei primi dieci mesi del 2019, infatti, l’Italia ha esportato negli Usa 33,2 miliardi di euro di prodotti italiani. Al contrario gli USA hanno importato da noi 12,9 miliardi di euro di prodotti americani. Guadagno netto per noi: 20,3 miliardi (sempre Iva inclusa).

È dunque lecito chiedere al presidente del Consiglio Conte, al ministro degli Esteri Di Maio, e anche a chi con troppa leggerezza ha deciso di avventurarsi in un campo minato per l’Italia, se è ancora convinto della sua scelta. È sicuro, presidente Conte, che non siate usciti fuoristrada con la vostra politica commerciale ed estera? I 20,3 miliardi di surplus negli Stati Uniti, i 438 milioni di surplus in Canada, ma soprattutto i 16,5 miliardi di rosso nei rapporti commerciali con la Cina, non dovrebbero indurre il governo a rivedere le proprie posizioni? Noi, ovviamente, ci auguriamo di sì. E ci auguriamo anche che la fretta con cui si è spalancata la nostra porta alla Via della Seta non apra in prospettiva le finestre della nostra sicurezza informatica, come sta drammaticamente emergendo in questi giorni.

Quando si è alla guida di un Paese che produce quasi 500 miliardi di dollari di esportazioni è meglio non correre troppo. Esattamente come con le tecnologie come il 5G: se il costo per svilupparle è di mettere anche minimamente a rischio la sicurezza dei dati dei nostri cittadini e la sicurezza della Repubblica, allora è meglio evitare di correre rischi. Anche perché se per non correrli ci dovessimo accontentare delle vostre rassicurazioni all’insegna degli “anni bellissimi” e delle vie della Seta non so dove andremmo a sbattere. Forse contro una scia chimica.