Issata per anni dal sistema televisivo italiano come priorità, anche a dispetto di numeri non sempre emergenziali, l’immigrazione è diventata criterio di scelta nelle urne, e si appresta a diventare terreno di competizione elettorale europea, anche se l’inverno di solito frena gli sbarchi e se alle elezioni in questione manca una vita: 9 mesi.

La competizione sull’immigrazione offre un vantaggio tautologico al centrodestra perché limita nel dibattito la sinistra che fatica ad ammainare la bandiera buonista, e accende un duello nel centrodestra, al netto delle dichiarazioni su unità d’intenti e obiettivi, tra i due volti della destra: la Lega, che indica nella gestione Salvini del Governo gialloverde un precedente cui fissare l’asticella, e Fratelli d’Italia, che invece sceglie di portare la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen a Lampedusa e di varare misure detentive più severe nei Cpr, ma soffre il problema.

Perché è chiaro che un problema c’è, se Lampedusa scoppia; ed è chiaro che in Sicilia la questione orienterà parecchi voti (8 sbarchi su 10 avvengono lì). Facile immaginare lo schema, dunque: la sinistra che per tentare di incrinarne il profilo di coerenza, rimprovera alla Premier Meloni lo spread tra quanto promesso contro la “furia immigrazionista” che evocava da oppositrice, e quanto sofferto al Governo in termini di arrivi sulle nostre coste; la Lega che lascia un po’ fare limitandosi a dire: “Noi l’immigrazione l’abbiamo affrontata con energia a suo tempo, infatti il nostro leader è a processo per essere riuscito a frenarla”. Gli altri, esclusi e relegati a spettatori.

Si è già visto nel week end scorso: Matteo Salvini invitava a Pontida Marine Le Pen e Giorgia Meloni la Von der Leyen a Lampedusa, a toccare con mano i frutti di quella che -comunque la si pensi – è di certo anche prova di inaffidabilità europea, per esempio verso la Tunisia.

Con la sinistra che “fa comodo” alla Lega che Matteo Salvini vuole dreni alla premier voti di scontenti di destra, e l’immigrazione imposta come priorità dall’informazione, la competizione tra queste due destre rischia di allargarsi ad altri campi, anzitutto la Finanziaria, e di dividere il Governo tra cicale e formiche: le prime a fare richieste di soldi pubblici per mantenere promesse fatte, le seconde a precisare che di soldi ce ne sono assai pochi e che quindi non è ipotizzabile fare più di tanto. Vedremo.

Di sicuro, è rimandata ancora una volta la deideologizzazione del tema immigrazione; che è premessa necessaria per una sua soluzione concreta, che liberi le periferie dall’esasperazione frutto della convivenza tra italiani e stranieri che arrivano qui troppo facilmente per via illegale, e senza opportunità di integrazione (anche perché noi siamo ancora troppo ingessati nella creazione di nuova ricchezza, una condizione su cui il Governo dovrebbe mettere mano a prescindere). Da qui il bivacco o la scivolata nella delinquenza di necessità. Che tanti voti sposta…