L'intervista
“Una legge speciale per Napoli? Si, ecco come”, la proposta di Valeria Valente
Non avrà un carattere “programmatico”, come quella fatta approvare da Francesco Saverio Nitti nel 1904, e a beneficiarne non sarà soltanto Napoli, ma tutte le amministrazioni in condizioni economico-finanziarie critiche. La legge speciale alla quale stanno lavorando i vertici del Partito democratico avrà un solo obiettivo: rimuovere le cause che hanno portato un’amministrazione come quella partenopea ad accumulare un disavanzo di quasi due miliardi e 700 milioni di euro, senza però negare dilazioni di pagamento e iniezioni di liquidità indispensabili per far sì che ai cittadini siano assicurati servizi decorosi. A spiegarlo è Valeria Valente, senatrice del Pd e componente di quel “direttorio” di esponenti dem che sta lavorando al progetto di legge speciale. «Senza un aiuto esterno nemmeno Mandrake riuscirebbe ad amministrare una città nelle condizioni di Napoli», sottolinea Valente per la quale «è necessario mettere in sicurezza il Comune».
Sì, ma in che modo? Accompagnando Palazzo San Giacomo in un percorso all’insegna del rigore, della trasparenza e, soprattutto, delle riforme. A cominciare dalla revisione della macchina comunale: negli ultimi dieci anni il Comune ha perso 6mila dipendenti, oggi ridotti a circa 5mila unità, a causa di tagli che hanno avuto ripercussioni evidenti sulla qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese. «Servono forze fresche, ma soprattutto qualificate e motivate – spiega Valente – Perciò, alla luce della disastrosa condizione economico-finanziaria in cui versa il Comune, nella legge speciale potrebbero essere previste deroghe per favorire le assunzioni, ovviamente premiando il merito e la competenza».
Il secondo grande nodo che la proposta del Pd intende sciogliere è quello della riscossione: il Comune di Napoli, per esempio, riesce a incassare a stento 16,5 multe ogni cento verbali elevati. Nel Pd si sta ragionando su diverse soluzioni: «Si possono accorpare le imposte come avvenuto per il canone Rai inserito nella bolletta dell’energia elettrica – aggiunge la senatrice dem – oppure affidare l’attività di riscossione a un soggetto esterno come il Ministero delle Finanze».
Ultima questione sul tavolo, quella delle società partecipate, oggi quasi tutte sull’orlo del crac. Qui la legge speciale potrebbe prevedere norme capaci di favorire la partnership con soggetti privati: «I servizi gestiti dalle società comunali sono pubblici e tali devono rimanere – precisa Valente – ma bisogna abbandonare la logica del sospetto nei confronti dei privati e consentire a questi ultimi, soprattutto se capaci di garantire innovazione e know-how, di entrare nelle partecipate assicurando agli utenti servizi finalmente efficienti».
Nel tempo indispensabile per far sì che queste riforme vengano attuate ed entrino a regime, lo Stato potrà concedere a Comuni come quello di Napoli iniezioni di liquidità o dilazioni di pagamento verso i creditori. La legge speciale, però, non dovrebbe riconoscere alle amministrazioni poteri commissariali come quelli invocati a suo tempo da Gianni Lettieri. Era il 2011 e l’imprenditore, candidato a sindaco di Napoli, sottolineava la necessità di un provvedimento che prevedesse non solo un’iniezione di liquidità da 500 milioni di euro, ma anche uno snellimento delle procedure relative alla gestione dei fondi europei e del ciclo dei rifiuti. La proposta, però, si scontrò con il fronte di chi riteneva che Napoli potesse salvarsi da sola (de Magistris in testa). «Non avrei problemi a riconoscere la bontà della legge suggerita da Lettieri – dice Valente – ma il Pd sostiene un diverso tipo di norma. Certo è che bisogna intervenire».
Restano da verificare le condizioni politiche per l’approvazione della legge speciale, anche alla luce della crisi all’interno della maggioranza che sostiene il governo Conte: «In questo Parlamento gli enti locali troveranno sempre una sponda – fa sapere Valente – I tempi per approvare la norma ci sono, basta inserirla in un altro disegno di legge o definire una proposta autonoma». Il sindaco che si avvantaggerà dell’eventuale legge speciale, invece, lo sceglieranno gli elettori. Potrebbe essere l’ex sindaco e governatore Antonio Bassolino che non fa mistero di volersi candidare per il centrosinistra? «Napoli deve guardare al futuro – conclude Valente – I nomi autorevoli non mancano, l’importante è avere progetti e voglia di ricostruire Napoli mettendo insieme i delusi da Dema con le migliori forze in città».
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