Dopo averlo annunciato lo scorso novembre, il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo è passato “ai fatti”: è stata infatti ufficialmente riaperta l’inchiesta ‘cold case’ su Unabomber, il misterioso dinamitardo che tra il 1994 e il 2006 fu responsabile di una lunga serie di attentati, 28 per la precisione, nel nord-est dell’Italia, seminando panico e feriti.
A distanza dunque di 17 anni il registro degli indagati si riapre: De Nicolo vi ha iscritto 11 persone, nomi che avevano già trovato posto tra quelle righe negli scorsi anni per poi venire tutti archiviati. Solo uno è un ‘volto nuovo’ nell’inchiesta su Unabomber.
Procura che al momento si cela nel massimo riserbo: le uniche notizie che trapelano sono un comunicato molto asciutto in cui si precisa che la richiesta al Gip è stata formulata dal pm Federico Frezza e che il nuovo indagato è “una persona la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare”.
Al Gip il procuratore De Nicolo e il pm Frezza hanno chiesto un incidente probatorio per analizzare dieci vecchi reperti sequestrati nel periodo in cui Unabomber era ‘operativo’ nel nord-est, tra Friuli e Veneto.
L’incidente probatorio è il procedimento con cui si anticipa e si acquisisce la formazione di una prova nel corso delle indagini preliminari: serve cioè a “cristallizzare”, come si dice in termini legali, eventuali prove che potrebbero essere utilizzate nel corso di un processo.
Chi invece parla pubblicamente è Elvo Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo (Pordenone) indagato per anni fino alla dimostrazione della sua innocenza: Zornitta fu scagionato quando emerse che la prova regina conto di lui fu in realtà manomessa da un poliziotto, Ezio Zernar, poi condannato.
“Ci sono anch’io fra i nuovi indagati? — chiede Zornitta al Corriere della Sera — Nessun problema, speriamo che trovino finalmente questo disgraziato. Ho sentito che vogliono estrarre il Dna da un pelo trovato sull’uovo di un ordigno del 2000. Mi sembra un elemento che può aiutare. Se poi prendono quello dell’attentato del lamierino del 2004 magari si scopre che è la stessa mano”.
A favore della riapertura delle indagini è anche l’avvocato Maurizio Paniz, difensore dello stesso Zornitta. “Era fisiologico che qualsiasi iniziativa avrebbe interessato tutte le persone indagate nel passato, compreso l’ing.Zornitta – dice Paniz – Non sapevamo, tuttavia, che le persone coinvolte nell’indagine fossero ben 10“.
Paniz auspica che le persone indagate diano il loro Dna, che i reperti siano stati conservati bene e trasportati in maniera adeguata, tuttavia incrollabile è “la stima nei confronti del Procuratore De Nicolo e del sostituto Frezza“, sono “certo che faranno le cose per il meglio. Magari si riuscisse finalmente a scoprire il colpevole“.
L’inchiesta è stata riaperta dopo una istanza di Marco Maisano, giornalista e conduttore tv al lavoro su un podcast sul caso Unabomber, e da due donne vittime di Unabomber, Francesca Girardi e Greta Momesso. Maisano ha lavorato per mesi a OnePodcast su Unabomber e, visionati i reperti, ha trovato un capello bianco su un uovo inesploso e due capelli e peli repertati recuperando un ordigno inesploso a San Stino di Livenza