Università in carcere, al via l’anno accademico della Federico II a Secondigliano: 90 studenti, l’anno prossimo le prime lauree

Il recupero passa per l’istruzione e la cultura, perché a tutti deve essere concesso il diritto allo studio e tutti devono avere la possibilità di migliorare se stessi. Si è aperto ieri il nuovo anno accademico 2021- 2022 del polo universitario penitenziario della Federico II. Nel carcere di Secondigliano, che ospita 1.200 detenuti tra alta e media sicurezza, gli studenti sono circa 90 e, tra questi, 25 matricole. Un’esperienza felice iniziata quattro anni fa e che vedrà, il prossimo anno, le prime lauree. I corsi abbracciano un ampio ventaglio di scelte. «Io ho scelto la facoltà di Scienze enogastronomiche – ha raccontato uno degli studenti – per ché tempo fa ho lavorato in un ristorante e anche all’estero, in Svizzera. Poi, per alcune scelte sbagliate, mi sono ritrovato qui».

Nel corso del la cerimonia è stata anche firmata la convenzione tra università Federico II, Dipartimento di Farmacia, Tribunale di Sorveglianza, ASL Napoli 1 e provveditorato amministrazione penitenziaria Campania, per l’attivazione del primo tirocinio interno per gli studenti del corso di laurea in Scienze erboristiche, che si svolgerà nella farmacia dell’istituto. Otto i corsi di studio del polo universitario che si trova nel centro penitenziario di Secondigliano, dove due sezioni sono state destinate agli studenti detenuti; la sezione Ionio per i detenuti in regime di alta sicurezza e la Mediterraneo per quelli di media sicurezza. Lì potranno godere di un regime detentivo diverso, con celle aperte tutto il giorno, spazi per lo studio, per le lezioni e per l’incontro con professori e tutor.

«Il tirocinio rappresenta quel ponte verso l’esterno per fare in modo che ci possa essere un reale riscontro, da parte dei detenuti, della spendibilità del titolo di studio» afferma la direttrice del carcere Giulia Russo. «Siamo vicini ai detenuti che vogliono acquisire delle competenze per entrare nel mondo del lavoro e reinserirsi in una vita normale» aggiunge Ciro Verdoliva, diretto re dell’Asl Na1. Gli fa eco Antonietta Mastrullo, prorettrice dell’Università Federico II, che parla di uno «strumento essenziale per immaginarsi una progettualità futura». Lo studio e la cultura come viatico per la libertà, questo emerge dagli occhi entusiasti di chi ha deciso di impegnarsi, mal grado stia scontando una pena. Da chi il futuro lo vede oltre le sbarre.