L'obiettivo del Pnrr
Universitari in tenda, ma il governo resta al palo sui posti letto. Bernini: “Ci stiamo confrontando”. Quota 66.000 distante
A Roma, davanti all’ingresso di Disco Lazio, l’ente regionale che gestisce le case per studenti e che tutela il diritto allo studio universitario sono apparsi striscioni con scritto “Stanchi di attendere”
A Milano, da giorni, gli studenti sono tornati in piazza Leonardo Da Vinci, davanti al Politecnico per protestare contro il caro-affitti. Gli oltre 600 euro in media richiesti per una stanza in città restano un lusso per moltissime famiglie, e aumentare i posti letto negli studentati ancora un sogno per chi spera di trasferirsi o continuare gli studi non solo nelle principali Università del capoluogo lombardo, ma anche in altri Comuni italiane.
Sulle pagine del Corriere della Sera il Ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, fa il punto sulla situazione: “Le manifestazioni degli studenti sono legittime e comprensibili, perché animate da un disagio e da un bisogno reale. Questo bisogno è una grande questione nazionale. Rispetto alla situazione pregressa abbiamo stanziato, nella scorsa legge di Bilancio, quasi un miliardo per alloggi e borse di studio”.
Ma gli interventi mancano di tempestività e il Pnrr impone al governo di implementare gli studentati, con la realizzazione entro il 2026 di 66.000 posti letto: “Dobbiamo dirci le cose come stanno – confessa il Ministro, sono impegni che chi ci ha preceduto non ha preso. In decenni di storia repubblicana sono stati realizzati 40.000 posti letto. È una sfida vera a cui non ci sottraiamo, a maggio abbiamo avviato un censimento degli immobili, pubblici e privati, non utilizzati da convertire in studentati. Un lavoro concluso l’11 luglio. Su 80 mila posti censiti, stimiamo che ce ne siano 65 mila utilizzabili”.
Alloggi che andranno riconvertiti, visto che parte di essi non sono pronti ad essere destinati al servizio, un problema che appare difficilmente risolvibile: “Quei posti vanno resi fruibili e abitabili. Sto dicendo che siamo sulla buona strada. Questa mappatura è un passo avanti importantissimo. Ora i numeri positivi ci consentono di imprimere un’accelerazione. Ci stiamo confrontando sulla creazione di una cabina di regia a Palazzo Chigi in cui anche altri ministeri mettano a disposizione competenze per consentire l’accelerazione”. E nel frattempo il business degli affitti decolla: Milano è la città più cara in Italia, seguita da Bologna (482 a stanza) e Roma (463), dove davanti all’ingresso di Disco Lazio, l’ente regionale che gestisce le case per studenti e che tutela il diritto allo studio universitario sono apparse due tende verdi con scritto “Stanchi di attendere”.
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