Lo zio di Rafa: "Stupito dal circuito"
Us Open, Sinner in campo dopo il caso doping: il complottismo di Alcaraz, la solidarietà di Djokovic (agli altri tennisti) e la difesa di Tony Nadal
La freddezza dei colleghi del circuito, a partire da big Novak Djokovic e Carlo Alcaraz, le polemiche sul caso doping che probabilmente segneranno tutte le volte che Jannik Sinner scenderà in campo in questi Us Open, quarto e ultimo torneo dello Slam della stagione, e, si spera, la solita freddezza, soprattutto nei momenti decisivi, del numero uno della classifica Atp.
A New York tutti gli occhi sono puntati su Sinner a una settimana dal caso Clostebol, con la positività dell’azzurro emersa in due test antidoping di marzo, l’indagine Itia e l’assoluzione di Ferragosto per assunzione involontaria (una quantità infinitesimale dello steroide gli era stata trasmessa dal suo fisioterapista Giacomo Naldi attraverso la pomata che aveva usato per curare il mignolo sinistro). Naldi e Umberto Ferrara, il preparatore atletico reo di aver dato la pomata al fisioterapista, sono stati allontanati da Sinner nei giorni scorsi.
Sinner, le accuse dei colleghi dopo il caso doping
Il tennista altoatesino scenderà in campo in serata (27 agosto) sul centrale di Flushing Meadows contro l’americano Mackenzie McDonald (che ha sempre battuto nei tre precedenti, cedendo però un set). Tra i tennisti del circuito c’è chi ha intrapreso una vera e propria crociata contro Sinner e chi, invece, lancia frecciatine, avanza dubbi e sospetti, su una vicenda definita “poco chiara”. E molti lo fanno senza aver letto le carte della sentenza. Sul piede di guerra l’australiano Nick Kyrgios, che è agli Us Open però in qualità di commentatore,. Kyrgios in questa settimana ha più di una volta asfaltato il collega, accusato di aver goduto di un trattamento di favore. “Rimango fedele a tutto quello che ho detto, devo difendere quello che metto sui social. Ho visto molti amici venire sospesi. Abbiamo visto tennisti come Halep e altri e sembra che ogni volta che accade una di queste cose, il processo è diverso per ogni giocatore”. E poi ancora: “Non c’è niente di personale contro Sinner. So quanto sia importante per il tennis. È uno dei migliori tennisti del momento e quanto sarà importante per i prossimi 15 anni”.
Sinner: “Ancora non mi sento me stesso”
Dal canto suo, Sinner alla vigilia degli Us Open ha spiegato di sentirsi “più leggero” dopo questa vicenda, partita cinque mesi fa. “Non ho avuto un trattamento diverso dagli altri, il processo è stato molto lungo e non è stato un periodo semplice – ha spiegato Jannik – ho potuto continuare a giocare perché sapevamo esattamente da dove proveniva la sostanza incriminata e com’era entrata nel mio organismo”. Conferenza dove, secondo il media tedesco Suddeutsche, Sinner non ha fornito particolari delucidazioni sul perché il fisioterapista Naldi abbia utilizzato un prodotto che reca chiaramente la dicitura “doping” sulla confezione, sottolineando poi un certo stupore sul fatto che lo staff del tennista italiano sia riuscito subito ad individuare il problema subito dopo l’esito positivo dei controlli antidoping.
Sinner si è augurato di “riuscire a voltare pagina” anche se “ci vorrà ancora un po’ di tempo, e spero di tornare a essere felice. Ogni torneo che ho giocato avevo ed ho ancora, anche per questo Us Open, delle basse aspettative – ha chiarito – fisicamente, per quello che è successo, per i malanni e per altro, non sono dove vorrei e ancora non mi sento me stesso”.
Sinner, Berrettini: “E’ innocente”
Matteo Berrettini ha invece difeso il connazionale. “Jannik è innocente, è stato solo un errore. E lui ha gestito benissimo la cosa” ha sottolineato ai microfoni di Sky Sport. “Abbiamo parlato negli spogliatoi, solo guardandoci negli occhi abbiamo capito quanto sia stato difficile gestire questa situazione. Anche in questi giorni qui a New York sta gestendo il tutto in modo egregio. Gli ho fatto i complimenti”.
Doping, Djokovic con altri tennisti: “Capisco loro frustrazione”
Freddezza invece quella mostrata dai big del circuito come Djokovic e Alcaraz. Il tennista serbo ha espresso solidarietà a chi ha subito un trattamento diverso da Sinner, ovvero a chi è stato sospeso in attesa della sentenza. “Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza. Da quanto ho capito, il suo caso è stato risolto nel momento in cui è stato annunciato. Ma credo che siano passati cinque o sei mesi da quando la notizia (dei test positivi) è stata comunicata a lui e al suo team” ha spiegato Djokovic ai giornalisti. Secondo l’oro olimpico di Parigi 2024, “ci sono molti problemi nel sistema. Vediamo la mancanza di protocolli standardizzati e chiari. Posso capire i sentimenti di molti giocatori che si chiedono se siano trattati allo stesso modo”.
Alcaraz complottista, lo zio di Nadal con Sinner
Alcaraz è complottista: “Sono abbastanza sicuro che ci sono molte cose che non sappiamo. Ma se hanno permesso a Jannik di continuare a giocare, è per qualcosa. Hanno detto che è innocente, quindi è tutto ciò che so e di cui posso parlare”. In difesa di Sinner è intervenuto un altro spagnolo, Tony Nadal, zio e storico allenatore di Rafa. Sul quotidiano spagnolo El Pais, scrive di conoscere Sinner “abbastanza bene da poter affermare senza esitazione che è uno dei più corretti ed educati del circuito. Per me è impensabile che possa agire subdolamente sapendo di farlo. All’interno del suo team hanno commesso un errore che, credo, è stato sufficientemente risolto con la sanzione finanziaria inflitta al tennista dalla Federazione Internazionale di Tennis (Itf) di 325.000 dollari (290.000 euro) e la perdita di 400 punti”.
Tony Nadal: “Stupisce attacco di altri tennisti che si sono allenati con lui”
Tony Nadal considera “pertinenti” le spiegazioni dello staff di Sinner per chi “mi è chiaro che l’italiano non abbia commesso alcun reato e tanto meno abbia cercato di trarre alcun vantaggio dall’uso di sostanze proibite”. Nadal è stupito “ancora di più che sia stato proprio il circuito tennistico, in particolare alcuni tennisti, a schierarsi contro di lui. Alcuni suoi colleghi si sono allenati con lui o lo hanno affrontato e sono perfettamente consapevoli dei controlli incessanti dell’Agenzia mondiale antidoping e sono proprio loro quelli che seminano dubbi sulla sua innocenza o che invocano una punizione che sanno essere sproporzionata”. Per spazzare via definitivamente tutti i dubbi bisognerà adesso aspettare la mezzanotte del 6 settembre, quando scadranno i termini previsti per l’eventuale ricorso di Wada (l’agenzia internazionale antidoping) e di quella italiana, la Nado Italia, all’assoluzione dell’azzurro.
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