“Genocidio contro gli uiguri“. E’ l’ultimo schiaffo di Donald Trump ai rapporti diplomatici tra Usa e Cina prima di uscire di scena e lasciare spazio al neo presidente Joe Biden. “Il genocidio è in corso e stiamo assistendo al sistematico tentativo della Cina di distruggere gli uiguri”, afferma il segretario di stato, Mike Pompeo, secondo quanto riporta il New York Times. Gli Stati Uniti sono il primo Paese al mondo ad adottare il termine “genocidio” per descrivere le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang.
In una nota firmata da Pompeo nell’ultimo giorno dell’amministrazione Trump, si legge che la campagna di “internamenti di massa, lavori forzati e sterilizzazioni coatte” da parte della Cina nei confronti di un milione di musulmani uiguri nella regione dello Xinjiang, nel nord-ovest della Repubblica popolare, costituisce “un genocidio” e “un crimine contro l’umanità”.
“Dopo un attento esame di tutti i fatti disponibili, ho determinato che almeno dal marzo del 2017 la Repubblica popolare cinese, sotto la direzione e il controllo del Partito comunista cinese, ha commesso crimini contro l’umanità nei confronti degli uiguri e di altri membri dei gruppi etnici e religiosi minoritari nello Xinjiang”, si legge nel documento.
Tali crimini, prosegue Pompeo, sono ancora in corso e includono “l’imprigionamento arbitrario di oltre un milione di persone”, “le sterilizzazioni forzate”, “la tortura dei detenuti”, “il lavoro forzato”, “le restrizioni alle libertà di culto, di espressione e di movimento”.
Lo Xinjiang, un territorio autonomo nel Nord-ovest della Cina, è una vasta regione di deserti e montagne che ospita circa 11 milioni di uiguri e altre minoranze musulmane che da tempo denunciano una dura repressione “religiosa e culturale” da parte del Partito comunista cinese.