Non ritratta nulla di quello che ha dichiarato giorni fa a Repubblica. Anzi, precisa di non avere “nessuna verità” sulla strage di Ustica ma che “il mio scopo era quello di provocare un avvicinamento alla verità”. Dopo giorni di polemiche, con gli interventi dei figli di Craxi e quelli di Palazzo Chigi e dell’Eliseo, l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato torna sul caso Ustica e lo fa in una conferenza alla sede della Stampa estera a Roma.

“Dopo aver letto tutto quello che è stato scritto, non ho ritrattato niente. Nell’intervista non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica. Ho detto che portavo avanti l’ipotesi ritenuta più credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo la verità da offrire ma il mio scopo era provocare se possibile un avvicinamento alla verità” ha provato a spiegare Amato per poi specificare di non aver “detto a Macron di chiedere scusa ma di occuparsi della cosa: se dimostra che è infondata bene, se no deve chiedere scusa”.

Poi la ‘ramanzina’ alla politica, forse dimenticando gli incarichi ricoperti dal 1980 fino a pochi anni fa: “Ho trovato singolare sia stato detto che la politica con Ustica non c’entra. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché Ustica sia chiarita“.

“La ricerca di verità da parte delle associazioni delle vittime comincia a diventare irrealizzabile perché si muore: Purgatori se ne è appena andato, era una voce importantissima, altre che hanno vissuto la vicenda se ne possono andare, visto tutti gli anni passati. Chi ha guidato un aereo potrebbe dire ‘ero io alla cloche di un aereo che quella notte era tra gli altri a ronzare attorno al Dc9‘” aggiunge.

Redazione

Autore