Obiettivo sprint sui vaccini. La campagna di immunizzazione in Italia procede ancora troppo lentamente e l’esecutivo cerca ora l’affondo prima della primavera puntando su produzione di sieri in Italia, coinvolgimento dei medici di famiglia e nuovi hub per le somministrazioni. Un progetto ambizioso ma necessario visto il dilagare delle varianti e che potrebbe avere un prezioso alleato negli enti locali pronti, come spiega il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, al “cambio di passo per il piano vaccini”.

Giovedì il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti incontrerà il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi per un primo confronto sulla possibilità di produrre in Italia il vaccino anti Covid. Il tempo stringe perché per produrre da zero un siero servono almeno sei mesi e anche il medicinale Reithera, in lavorazione a Castel Romano, non sarà pronto prima di settembre.

In tutta Europa le case produttrici promettono di potenziare le consegne da fine marzo ma intanto tagliano i rifornimenti di settimana in settimana, anche se per esempio da Irbm assicurano: Su Astrazeneca c’è un ritardo del 7% che verrà recuperato. In attesa di aprile (quando potrebbe essere disponibile anche Johnson & Johnson), sono pronti a scendere in campo anche i medici per la vaccinazione anti-Covid.

L’accordo siglato con la Conferenza delle Regioni mette a disposizione un potenziale di 44mila medici. Tra le prime realtà a partire Toscana, Emilia Romagna e Lazio, dove dal 1° marzo partiranno le vaccinazioni presso i medici di medicina generale con una fornitura di circa 80mila dosi. E sempre dal Lazio arriva una buona notizia, annunciata dall’ad di Fs Gianfranco Battisti: dall’8 marzo a Roma Termini sarà operativo un hub per i vaccini, con l’inaugurazione che potrebbe vedere anche la presenza del premier Mario Draghi.

Nuovi spazi potrebbero arrivare anche dai centri commerciali, con il gruppo Ceetrus Nhood che mette a disposizione i parcheggi delle sue 47 strutture in tutta Italia. Dal canto loro, le Regioni attendono le dosi con grande ansia, come ammette lo stesso Bonaccini: “Credo che tutte le istituzioni avvertano l’urgenza di un cambio di passo per quel che riguarda il piano vaccini, anche in considerazione dell’alta potenzialità delle Regioni di imprimere un’ulteriore accelerazione della campagna vaccinale”.

E sull’ipotesi di acquistare i sieri da intermediari esteri, il governatore campano De Luca tuona: “Penso sia una bestialità, qualche collega del Veneto lo ha proposto. Mi permetto di osservare che i vaccini sono un prodotto un po’ diverso dalla grappa barricata”.

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