La polemica
Vaccini, solo propaganda da Istituto Luce ma manca il piano
Dopo il profluvio di photo opportunity e di celebrazioni autoreferenziali, cui ha significativamente contribuito il servizio pubblico radiotelevisivo, gli italiani restano con l’interrogativo cruciale: quando e come potranno vaccinarsi.
Sul punto l’opinione pubblica brancola nel buio. Basta dare un’occhiata ai siti istituzionali per cogliere la differenza con quanto stanno facendo altri Paesi. La tanto vituperata Germania offre già ora, ad esempio, per ciascun Land, ogni informazione, ivi compreso l’elenco dei luoghi in cui i cittadini tedeschi potranno ottenere la vaccinazione, oltre alle modalità di prenotazione.
Da noi il deserto. Sul sito del Ministero della salute si fa riferimento al piano strategico per la vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid 19, anticipato con una comunicazione del Ministro al Parlamento il 2 dicembre. Ebbene, tale documento è un elenco di 13 paginette piene di sagge e impegnate belle intenzioni, ma nulla che concretamente possa dare indicazioni ai cittadini.
Vi si leggono in particolare due importanti notizie. La prima è che per “logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto” competente è il Commissario straordinario per l’Emergenza. La seconda è che vi sarà un sistema informativo per gestire in modo “efficace, integrato, sicuro e trasparente” la campagna di vaccinazione.
Bene. Dal 12 dicembre, data di pubblicazione del piano, non risulta nessuna informazione ufficiale aggiuntiva. Il sistema informativo non esiste se non nelle interviste compiaciute e nelle sintesi giornalistiche tutte coniugate al futuro.
Ma, si dirà, il responsabile di tutta la campagna è il Commissario straordinario Arcuri. Bene anche qui. Ma provate ad andare sul sito del Commissario, cui rinvia quello del Ministero della Salute. Troverete il deserto dei Tartari. Nessun riferimento, nessuna informazione, nessun accenno alla campagna di vaccinazione.
Siamo certi che la mancanza di informazioni non significa che non si stia facendo nulla. Sono stati annunciati bandi per l’assunzione in massa di personale per la somministrazione. Ma quanto a trasparenza e informazioni agli utenti: zero. Nemmeno un rinvio ad altri siti, ad altre modalità informative. Con buona pace dell’esoterica invocazione all’amministrazione trasparente. Il messaggio è semplice: aspettate e fidatevi. Qualcosa accadrà.
Ma non basta. Il Governo ha messo già le mani avanti. Prima del terzo trimestre 2020 non è pensabile che si raggiunga un livello di vaccinazione sufficiente a determinare quell’immunità di gregge indispensabile per rendere efficace la campagna. Quindi nemmeno a settembre è certo che l’obiettivo si consegua. Perché così tardi? Sembrerebbe che le dosi necessarie saranno disponibili già a giugno. Perché tutto questo tempo tra giugno e settembre?
Inoltre sembra certo che si riaprirà lo stucchevole dibattito cui abbiamo già assistito sul tema dei tamponi molecolari. I privati saranno coinvolti con convenzioni per aumentare la diffusione capillare dei centri di vaccinazione? O la propaganda statalista e paternalista confermerà i vizi già conosciuti, che tanto hanno rallentato l’effettuazione di tamponi durante la seconda ondata? Quella che sappiamo bene (anzi male) com’è andata?
Sullo sfondo di tutto ciò il tema dell’obbligo vaccinale. Questione aperta, sui cui profili giuridici non ci si può adesso soffermare. Ma la domanda è d’obbligo. Se l’alternativa all’obbligo vaccinale è persuadere la popolazione che il vaccino sia una grande opportunità, come si pensa di ottenere tale risultato senza nessuno sforzo di comunicazione, di chiarezza e di trasparenza accessibile a tutti?
Siamo sempre lì: la mentalità burocratica, i ritardi e le reticenze quasi omertose, inducono i nostri decisori pubblici a pensare che basti prendere le decisioni (ammesso che siano state prese) perché miracolosamente si propaghi l’osservanza dei cittadini. I pedoni di questo gioco di società, la cui informazione è ritenuta irrilevante per conseguire il risultato. Ancora. Aspettate e qualcosa accadrà.
Purtroppo la vicenda fallimentare della campagna per il vaccino antinfluenzale non rende molto ottimisti sull’atteggiamento wait and see. Perché quello che abbiamo visto non c’è piaciuto affatto.
Insomma, è sempre lo stesso film. Niente trasparenza, niente dati, niente campagna informativa istituzionale seria e comprensibile. Dovremo affidarci a informazioni raccattate qua e là, tra amici e parenti. L’unico spezzone nuovo del film, sono le immagini, da istituto Luce, in cui si autocelebrano le magnifiche sorti e progressive di una classe dirigente sempre più incapace di parlare ai propri cittadini. Ma prontissima a sfoderare la retorica buonista dell’unità della nazione di fronte alla minaccia del mostro epidemico.
Con buona pace di tutti quei morti, dei quali, forse, non sapremo mai quanti siano stati vittime del virus o piuttosto dell’incapacità di gestire, pianificare e organizzare la macchina dello Stato. Che, come abbiamo scoperto, non aveva nemmeno un piano pandemico aggiornato.
Molte personalità hanno giorni fa promosso una petizione al governo perché sulla campagna vaccinale ci sia il massimo di trasparenza, di sforzo organizzativo, di informazione censibile (change.org/ciEravamoFidati).
Perché questa è la madre di tutte le battaglie. Ma da Lissa a Caporetto, la sfilza di quelle rovinosamente perse non ci lascia sperare affatto, anche se ci eravamo fidati.
© Riproduzione riservata