“Dicono apriamo le vaccinazioni ai 40enni ma i vaccini non ci sono. Ogni mattina sento al telegiornale che arrivano 3, 4, 10 o 50 milioni di vaccini. Vorrei dire sommessamente: perlomeno statevi zitti e diteci quelli arrivati, non quelli che dovrebbero arrivare”. Arriva, puntuale, la frecciatina del governatore campano Vincenzo De Luca al commissario all’emergenza covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, dopo la lettera inviata ieri, mercoledì 12 maggio, a Regioni e Provincie autonome e relativa all’apertura, a partire da lunedì 17 maggio, delle prenotazioni per la categoria degli over 40.

Nel corso della visita all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, De Luca denuncia la battaglia quotidiana per assicurarsi, in percentuale, le stesse dosi delle altre regioni, sottolineando, ancora una volta, i circa 200mila vaccini che la Campania attende da mesi. “Ho visto che ieri dal commissariato nazionale si è detto apriamo ai 40enni. Se nelle altre regioni, Liguria, Veneto, Emilia, vi erano più 80enni e 70enni, ora che arriviamo ai 40enni vuol dire che ci sono più cittadini in questa fascia d’età in Campania. Quindi, oggi dovremmo avere più vaccini di altri, ma se ne sono dimenticati. È una guerra quotidiana per avere la stessa percentuale di vaccini”.

De Luca ha poi accolto positivamente la modifica dei criteri di valutazioni con i quali vengono inserite le regioni in fascia rossa, arancione, gialla e bianca: “L’Rt non può essere l’unico parametro ma bisogna fare molta attenzione perché quando si modificano i criteri mi viene il dubbio che qualcuno voglia costruire un vestito a misura degli interessi di altri territori, non per la Campania quindi noi siamo sempre molto prudenti”.

Tornando alla campagna vaccinale in Campania, “se Dio vorrà, avremo vaccinato il 70% dei cittadini campani almeno con la prima dose entro quest’estate. Ma dipenderà tutto dai vaccini che avremo a disposizione”.  Poi le critiche ai “criteri demenziali dati dal commissario nazionale. Abbiamo deciso di dare priorità ad alcune realtà come le isole per evitare di aggiungere al Covid anche l’emergenza di centinaia di migliaia di disoccupati stagionali e non del comparto turistico. Non bisognava essere premi Nobel per capirlo, ma abbiamo dovuto fare la guerra per andare oltre i criteri nazionali. E ora proseguiremo con le vaccinazioni nei luoghi di lavoro”.

Redazione

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