La breaking news arriva alle 17 di ieri: l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’ente del farmaco europeo Ema, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca contro Covid-19 su tutto il territorio nazionale. Si muovono insieme le autorità sanitarie francesi e tedesche.

«Le scelte compiute e condivise dai principali Paesi europei su AstraZeneca sono state assunte in via precauzionale in attesa della prossima decisiva riunione di Ema. Abbiamo fiducia che già nelle prossime ore l’agenzia europea possa chiarire definitivamente la questione», è il commento del ministro della Salute, Roberto Speranza. La questione in oggetto riguarda la casistica delle reazioni avverse che hanno provocato fin qui cinque vittime in Italia. E sembra adombrarsi qualche sospetto sui dati britannici: in Uk, dove il vaccino è prodotto, si continuano a negare insorgenze di reazioni pericolose statisticamente rilevanti, ma i numeri ci sono e vanno guardati da vicino.

Nel Regno Unito, dove la campagna vaccinale procede a ritmo serrato con oltre 23 milioni di iniezioni già somministrate, non è stata presa alcuna decisione sospensiva, nonostante secondo i dati ufficiali siano morte 275 persone alcuni giorni dopo che a loro erano state somministrate le dosi AstraZeneca. La stessa Ema, che ha fissato la riunione per giovedì, sottolinea che per i casi di coagulazione del sangue, «i decessi vanno contestualizzati nella mortalità naturale della popolazione e non ci sono al momento prove o connessioni accertate».

È sulla correlazione diretta che Ema vuol vederci chiaro. Solo ieri sera l’Aifa aveva rassicurato con una nota nella quale si leggeva che «i casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi». Sul cambio di passo potrebbe aver pesato anche una valutazione generale sull’affidabilità del produttore. Lo stabilimento olandese usato da AstraZeneca per produrre il vaccino, gestito dalla Halix, non ha consegnato una sola dose del prezioso antidoto sulle cinque milioni al mese previste.

La motivazione formale è che Halix non ha ricevuto l’autorizzazione da Ema; da quest’ultima si apprende però che non le sono state consegnate tutte le certificazioni necessarie. Solo un problema burocratico? Forse no. C’è chi sospetta, scrive il Financial Times, vi sia stata la volontà a monte di concentrare la produzione sui due laboratori operativi in territorio inglese, che infatti hanno consegnato ingenti quantità in tempi record, a Londra.

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.