Attesa nota dell'Ema con le specifiche
Vaccino AstraZeneca, la pillola anticoncezionale aumenta i rischi di trombosi?

Un nuovo dubbio si innesta sui vaccini AstraZeneca. Questa volta a sollevarlo è una dichiarazione a Porta a porta di Giorgio Palù, presidente dell’Aifa e riguarda le donne che assumono abitualmente la pillola anticoncezionale. Potranno ricevere il vaccino AstraZeneca le donne che prendono la pillola, che è un farmaco pro-trombotico?
“Il rapporto rischi-benefici per il vaccino di AstraZeneca è nettamente a favore dei benefici – ha detto Palù durante la trasmissione – Ovviamente si può attendere la valutazione dell’Ema (l’Agenzia europea dei farmaci, ndr) che, probabilmente, io mi aspetto, darà una nota di avvertenza perché se ci sono soggetti femminili che hanno avuto trombosi, bisognerà studiarli. Soprattutto le donne che prendono la pillola, che è un farmaco pro-trombotico o che hanno difetti della coagulazione. Una maggiore attenzione, cioè, per questi soggetti”.
Non è ancora chiaro cosa dirà in merito l’Ema e se effettivamente ci saranno delle controindicazioni. Ma un dato è certo: per una paziente a rischio trombotico è più pericoloso contrarre il Covid che vaccinarsi. Ne è convinto Sergio Siragusa, vicepresidente della Società Italiana di Ematologia, tra i maggiori esperti di trombosi in Italia.
“Non sappiamo se chi prende la pillola non dovrà vaccinarsi e cosa scriverà l’Ema, ma faccio un esempio basato sui dati e sulla logica – spiega al Corriere Salute – per un paziente che ha un aumentato rischio trombotico di qualunque natura (e la pillola conferisce questo rischio) è molto più pericoloso prendere il Covid, perché il coronavirus ha delle complicanze tromboemboliche nel 15 % dei casi con percentuali che vanno dal 3 al 40% a seconda dell’età e di altri fattori. Il rischio dato dalla vaccinazione è al momento valutato in 0,00003% e questo vale anche per il vaccino Pfizer”.
Siragusa ha spiegato che in generale le persone più a rischio di trombolia venosa non vanno incontro a pericoli maggiori con i vaccini. “In Italia ci sono centinaia di pazienti che chiamiamo trombofilici (con maggior rischio di sviluppare trombosi) cui non è mai stata data alcuna indicazione contraria alle vaccinazioni, di qualunque tipo siano. Nessun tipo di vaccino, infatti, nemmeno quelli pensati contro il Covid, agisce direttamente sulla coagulazione del sangue: non ci sono meccanismi che possano determinare in modo diretto l’aumento di eventi tromboembolici dopo una vaccinazione. Quello che può accadere, è che il sistema immunitario reagisca alla vaccinazione attivando le citochine, che a loro volta possono influire sullo stato infiammatorio e la coagulazione, ma non ci sono evidenze scientifiche in questo senso”.
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