“Sarebbe triste se nel vaccino per il Covid-19 si desse la priorità ai più ricchi. Sarebbe triste se questo vaccino diventasse proprietà di tale o quale nazione, non sia universale per tutti”. È il monito lanciato da Papa Francesco all’udienza generale via streaming. “E che scandalo sarebbe – ha continuato il Pontefice – se tutta l’assistenza economica che stiamo osservando, la maggior parte con denaro pubblico, si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato”.
Quattro i criteri secondo Papa Bergoglio per scegliere le industrie meritevoli di assistenza: “Quelle che contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune e alla cura del creato”. Perché la pandemia ha accentuato le disuguaglianze e le differenze tra persone e classi sociali. “La risposta alla pandemia è quindi duplice – Da un lato, è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero. Dall’altro, dobbiamo curare un grande virus, quello dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli”.
La strada da seguire, secondo il Pontefice, è quella indicata dal Vangelo: quella che guarda ai poveri, agli ultimi, ai margini come aveva fatto Gesù Cristo. “Propongo che ciò venga fatto a partire dall’amore di Dio – ha chiosato il Papa – ponendo le periferie al centro e gli ultimi al primo posto. A partire da questo amore, ancorato alla speranza e fondato nella fede, un mondo più sano sarà possibile”.