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Vaccino in gravidanza, l’Oms cambia idea: “Più benefici che rischi provati”
Il dibattito su donne in gravidanza e allattamento e vaccino è ancora acceso, ma l’Oms sembra aver messo un punto sull’argomento. Dalle linee guida pubblicate sul sito è stato cancellato il consiglio a evitare. “Sebbene la gravidanza esponga le donne a un rischio più elevato di sviluppare COVID-19 grave, sono disponibili pochissimi dati per valutare la sicurezza del vaccino in gravidanza – si legge – Tuttavia, in base a ciò che sappiamo su questo tipo di vaccino, non abbiamo alcun motivo specifico per credere che ci saranno rischi specifici che supererebbero i benefici della vaccinazione per le donne incinte”.
“Per questo motivo – continua la nota dell’Oms – le donne incinte ad alto rischio di esposizione a SARS-CoV-2 (ad es. Operatori sanitari) o che hanno comorbidità che si aggiungono al rischio di malattia grave, possono essere vaccinate in consultazione con il proprio medico”.
L’Istituto Superiore di Sanità non dichiara una linea specifica ma punta sull’informare le donne in gravidanza e allattamento. “Non riteniamo corretto che queste donne siano escluse dal vaccino ma crediamo che ogni donna abbia il diritto di essere informata e quindi di poter scegliere il meglio per se stessa”, ha detto all’HaffPost Elsa Viora, presidente AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani).
Sul sito dell’Iss è pubblicato un documento redatto dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e condiviso e sottoscritto dalle principali società scientifiche del settore (la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, SIGO, l’Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani, AOGOI, l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani, AGUI, l’Associazione Ginecologi Territoriali, AGITE, la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, FNOPO, la Società Italiana di Neonatologia, SIN, la Società Italiana di Medicina Perinatale, SIMP ,la Società Italiana di Pediatria, SIP, l’Associazione Culturale Pediatri, ACP, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, SIAARTI). Passa in rassegna le indicazioni ad interim, assunte a livello internazionale e nazionale oltre alle evidenze scientifiche emerse fino a questo momento sul tema. L’obiettivo è quello di sostenere i professionisti sanitari e le donne in gravidanza e allattamento nel percorso decisionale durante la pandemia di COVID-19.
Queste le indicazioni ad interim all’8 gennaio 2021:
- le donne in gravidanza e allattamento non sono state incluse nei trial di valutazione dei vaccini Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty) e Moderna per cui non disponiamo di dati di sicurezza ed efficacia relativi a queste persone.
- gli studi condotti finora non hanno evidenziato né suggerito meccanismi biologici che possano associare i vaccini a mRNA ad effetti avversi in gravidanza e le evidenze di laboratorio su animali suggeriscono l’assenza di rischio da vaccinazione.
- al momento le donne in gravidanza e allattamento non sono un target prioritario dell’offerta di vaccinazione contro il COVID-19 che, ad oggi, non è raccomandata di routine per queste persone.
- dai dati dello studio ItOSS – relativi alla prima ondata pandemica in Italia – emerge che le donne in gravidanza non presentano un rischio aumentato di infezione rispetto alla popolazione generale. Le comorbidità pregresse (ipertensione, obesità) e la cittadinanza non italiana sono significativamente associate a un maggior rischio di complicanze gravi da COVID-19 che, complessivamente, riguardano una minoranza di madri e neonati
- la vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da COVID19. Le donne in queste condizioni devono valutare, con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi e la scelta deve essere fatta caso per caso
- se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza subito dopo la vaccinazione, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza
- se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad altro rischio
- le donne che allattano possono essere incluse nell’offerta vaccinale senza necessità di interrompere l’allattamento.
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