Il preparato BioNTech
Vaccino Pfizer, i dati sulle somministrazioni: nessun allarme e nessuna ragione per cadere nel panico
Rischia di cadere nel caos la campagna vaccinale contro il coronavirus. Ieri la notizia della sospensione della somministrazione del vaccino Astrazeneca in Italia, Francia, Germania e Spagna, cui si è aggiunta oggi la Svezia. Oggi la notizia della morte di un vigile urbano di 62 anni di Vibonati, in provincia di Salerno, Michele Quintiero, che aveva poche ore prima ricevuto una dose del vaccino anti-covid Pfizer-BioNTech. La Procura di Lagonegro, provincia di Potenza, ha disposto il sequestro della salma. L’autopsia nei prossimi giorni. Esclusa ogni correlazione tra la morte di Quintiero e il preparato.
L’uomo è stato colto ieri, intorno alle 20:30, da un malore improvviso. Da subito il direttore sanitario dell’Ospedale di Sapri, Rocco Calabrese, ha chiarito all’Ansa: “Siamo molto dispiaciuti per quanto accaduto, non è dimostrabile una relazione causale con la somministrazione del vaccino. Tra l’altro risulta che il paziente fosse affetto da patologie pregresse di natura metabolica e cardiocircolatoria. Inoltre per il 62enne così come previsto dalle linee guida in ambito vaccinale, a vaccinazione eseguita, sono stati rispettati i 15 minuti di osservazione, nell’arco dei quali lo stesso non ha lamentato nessun disturbo”.
Il vaccino Pfizer è efficace, dopo la seconda dose, al 95%. Va conservato a bassissime temperature. È un preparato a RNA messaggero (Mrna). È stato approvato dalla Food and Drug Administration americana, dall’Agenzia Europea del Farmaco, dall’Aifa italiana e dalle autorità sanitarie del Regno Unito. Gli effetti collaterali: febbre, cefalea, dolori muscolari/articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea; che di solito si manifestano dopo il richiamo. L’Ema ha contato 129 casi di embolia polmonare su circa 36 milioni di somministrazioni e non ha rilevato un aumento dell’incidenza di eventi tromboembolici nella popolazione dall’inizio della campagna vaccinale.
I dati delle autorità britanniche hanno reso noto che al 9 marzo, su oltre 10 milioni di somministrazioni del preparato, 15 i casi di embolia polmonare (uno mortale). L’Ema al 10 marzo ha segnalato 30 casi di eventi tromboembolici su quasi 5 milioni di persone che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca; 3 decessi e 45 trombosi sulle 11 milioni di dosi dello stesso vaccino inoculate nel Regno Unito. “Le segnalazioni sulle trombosi ricevute finora non sono in quantità superiori rispetto al numero di casi che sarebbero avvenuti naturalmente nella popolazione vaccinata”, ha fatto sapere l’autorità di controllo dei medicinali del Regno Unito (MHRA). Non c’è quindi al momento alcuna ragione per cadere nel panico.
Astrazeneca, prima che in Italia, era stato sospeso in Danimarca, Norvegia, Bulgaria, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi e Indonesia. Austria, Estonia, Lettonia, Lituania e Lussemburgo hanno ritirato soltanto le dosi provenienti da un lotto sul quale al momento sono in corso indagini. La decisione dopo “gravi eventi avversi”, come ha dichiarato l’Agenzia del Farmaco italiana (Aifa), e quindi decessi seguiti ad alcuni casi di trombosi. L’Ema si riunirà giovedì 18 marzo sulla questione. Al momento non sono provate correlazioni tra gli eventi.
La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha fatto sapere che un ulteriore accordo per altre 10 milioni di dosi Pfizer porterà le dosi in arrivo in Ue a 200 milioni di dosi nel secondo trimestre del 2021. “Queste dosi deriveranno dall’opzione di 100 milioni di dosi nel secondo contratto con Pfizer-BioNTech, previste per il terzo e quarto trimestre del 2021 – si legge in una dichiarazione della Commissione Ue – e la proposta va approvata dagli Stati membri nel comitato direttivo congiunto”.
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