Lo scontro
Vado o non vado? Psicodramma rigassificatore: Calenda appoggia il consigliere arrivato dal Pd e Toti ironizza su Azione
La nave rigassificatrice Golar Tundra, in funzione dalla scorsa primavera, ci ha consentito, insieme al tap, di staccarci dal gas di Putin. Appena Snam riuscì ad acquistarla, per renderla operativa il prima possibile, il governo Draghi decise di procedere con un iter veloce superando le regolari autorizzazioni. Per superare il regolare iter autorizzativo, escludendo la Via, il governo Draghi decise che la nave dovesse stare in banchina a Piombino solo tre anni. Per poi essere trasferita al largo, con regolare iter, al pari di tutti gli altri rigassificatori in Italia. Del resto fu deciso di metterla velocemente a Piombino solo perché era l’unica banchina disponibile di quelle dimensioni. Mentre per posizionarlo al largo serve il tempo per realizzare le infrastrutture di trasporto del gas.
Nel frattempo Snam ha studiato il luogo più idoneo dove posizionare la Golar Tundra nei prossimi anni. E dopo attenta analisi ha identificato lo spazio al largo del porto di Vado Ligure. Ma ovviamente anche qui si sono subito scatenati i No. Per fortuna è a favore dell’opera il governatore della Liguria Toti. Che, come Giani per la Toscana, è stato nominato dal governo Draghi commissario per la realizzazione. Ma sta combattendo con i nimby di ogni colore, anche nel suo partito. Ovviamente contrario anche il Partito Democratico, che con i liguri Andrea Orlando e Brando Benifei ha presentato interrogazioni alla Camera e a Bruxelles per fermare la nave. “È essenziale far luce su un progetto evidentemente dannoso per l’ambiente, in un’area estremamente vicina all’area marina protetta con un progetto che richiede degli interventi talmente invasivi quanto potenzialmente distruttivi del delicato equilibrio marino e della biodiversità, oltre ai rischi evidenti di ricaduta negativa sul settore turistico”. Ma perché un rigassificatore che per il Pd a Piombino è sicuro, a Vado diventa negativo per il turismo? Considerazioni che ricordando quelle che esprimeva il governatore della Puglia Emiliano contro la tap, quando diceva che “avrebbe distrutto il turismo in una zona esotica”. Noi ci siamo andati a San Foca, il tubo non si vede da nessuna parte, e il turismo è persino aumentato.
Mentre sulle iniziali titubanze della Lega locale, interviene l’europarlamentare Marco Campomenosi, spiegando che la Lega aveva chiesto compensazioni e chiarimenti, che sono stati dati. Attraverso un confronto con il territorio attraverso il quale la Liguria sarà sede di importanti infrastrutture come la diga e la gronda. “Ma gli obiettivi del rigassificatore sono giusti – dice Campomenosi – altrimenti era qualche mese ci ritroveremo a rischio approvvigionamento gas, e con le sole rinnovabili non ce la faremo mai”.
A questo punto tutto poteva immaginare Toti, tranne di dover combattere anche contro Calenda. E invece con gli ultimi trasferimenti dal Pd ad Azione proprio in Liguria, il consigliere regionale passato con Calenda ha votato contro la nave, come chiesto da Azione sul territorio. Calenda per non dissociarsi e disconoscere l’ultimo arrivato, ha detto che lui vorrebbe restasse a Piombino, poiché viene spostato solo per ragioni politiche: “La realtà è che la Meloni vuole favorire il suo sindaco (di Piombino) e Toti vuole il terzo mandato”. A questo punto non si capisce perché un rigassificatore porti voti in Toscana e li toglie in Liguria. Toti gli ha risposto spiegando ancora volta perché la Golar Tundra andrà a Vado: “Carlo Calenda è una persona preparata e sa bene che quella nave aveva l’autorizzazione ambientale per 3 anni di restare a Piombino, in quanto creata in una situazione di emergenza ed erano accordi già presi durante il governo Draghi, che Calenda, peraltro, appoggiava. E a Livorno un rigassificatore off shore c’è già, raddoppiarlo a pochi chilometri non è il massimo. Vado e il sistema portuale della Liguria sono più vicini e sinergici rispetto alle grandi aree produttive del Nord. Tutte cose che sai bene, o sapevi benissimo. E che hai sempre difeso, prima di essere contagiato dalla sindrome del No, portata in dote dai tuoi nuovi consiglieri Pd. Azione doveva essere qualcosa di nuovo e di diverso, direi che questa regione è il simbolo del suo fallimento: due ragazzi giovani, facenti parte del Consiglio Comunale, che avevano creato una lista, la migliore delle ultime elezioni dal punto di vista della novità perché erano riusciti a mettere due consiglieri, se ne sono andati e in cambio si è preso un signore per fare un quarto mandato, che non avrebbe avuto, dentro il Pd, si è messo la maglietta di Azione, votando contro quelli che sono i valori di Azione di crescita e di modernità”.
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