Renato Vallanzasca, l’ex bandito della Comasina condannato a quattro ergastoli, non ha ripudiato il suo passato e per questo dovrà restare nel carcere milanese di Bollate, non potendo accedere alla libertà condizionale o alla semilibertà.

A deciderlo è stata la Corte di Cassazione, confermando la sentenza datata giugno 2020 del tribunale di Sorveglianza di Milano che aveva respinto le istanze del ‘Bel René’ sostenendo che per la sua scarcerazione fosse necessario un “percorso graduale”.

Nel 2014 Vallanzasca, all’ora in permesso premio, era tornato in carcere dopo l’arresto per rapina: il 71enne aveva tentato di rubare dei boxer e altri generi di consumo di scarso valore all’Esselunga di viale Umbria a Milano. Fermato dall’addetto alla vigilanza, Vallanzasca, che era in permesso premio, aveva reagito, nel tentativo di evitare l’arresto che lo aveva riportato in carcere a Bollate, dove si trova tutt’ora.

I comportamenti del ‘Bel René’ secondo i giudici della Cassazione non sono “oggettivamente tali da riflettere il definitivo ripudio del passato stile di vita e l’irreversibile accettazione di modelli di condotta normativamente e socialmente conformi”.

Sostanzialmente quindi la Cassazione conferma quanto chiarito nel giugno 2020 dal tribunale di Sorveglianza di Milano aveva respinto l’istanza che Vallanzasca aveva presentato tramite il suo difensore dell’epoca, l’avvocato Davide Steccanella, per chiedere di riottenere la semilibertà concessagli nel 2013 e revocata appena un anno dopo per il furto all’Esselunga.

In quell’occasione Vallanzasca aveva scritto una lettera ai giudici: “Quell’etichetta continua a perseguitarmi – aveva scritto l’ex boss della Comasina, condannato a 4 ergastoli -. Per tutti resto il bandito. Eppure di anni ne sono passati tanti”.

L’ex bandito della Comasina ‘paga’ dunque nel suo prolungato stato di detenzione, ormai dal lontano 1981, interrotto “varie volte – scrivono i giudici – per benefici e misure premiali poi inevitabilmente revocati a causa dei comportamenti devianti del condannato, sicché non può certo dirsi che la privazione della libertà personale sia stata ininterrotta e senza possibilità di anticipata conclusione”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.