Chi l’ha visto? Il pacchetto di riforme della magistratura – una legge delega coraggiosa ma parziale – che l’onorevole Enrico Costa aveva portato in approvazione definitiva al termine del governo Draghi si sta letteralmente dissolvendo. Il parlamentare di Azione-Italia Viva lo ha fatto presente con una interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. E lo denuncia con un tweet al giorno perché nessuno possa dire di non aver visto o capito.

Cosa sta succedendo? Che quel pacchetto di leggi che prevedeva la valutazione del magistrato, gli incarichi direttivi del Csm che vanno dati per merito, nuove norme sul disciplinare e il fascicolo di valutazione individuale del magistrato, tutte leggi approvate sulla carta, non riescono a vedere la luce. Troppi gli interessi particolari in ballo, evidentemente. E quelli sbagliati. La riforma che prevede il taglio del numero dei magistrati fuori ruolo – ad esempio – è stata messa, per la sua attuazione, nelle mani dei magistrati fuori ruolo. Come chiedere al cappone come preferisce essere cucinato a Natale: la risposta formale è che al momento non ci sono le condizioni, che vanno acquisiti dei pareri, che bisogna valutare le norme europee, e via dicendo. “Ti diranno sempre che non sono in grado, che hanno problemi tecnici. Su queste norme o c’è una guida rigorosa della politica che richiama all’esecutività delle leggi votate, o si andrà alla proroga motu proprio. Un abominio”, si inalbera Enrico Costa.

Di proroga di un anno ha parlato lo stesso Nordio, rispondendogli a Montecitorio. “Ma ci opporremo in tutti i modi”, fanno sapere dal gruppo del Terzo Polo. Intanto sulle riforme votate durante il governo Draghi questo esecutivo fa orecchie da mercante. Non si vuole fare un torto alle toghe. Lo sciopero che era stato indetto da Anm, all’unanimità, contro il fascicolo di valutazione individuale del magistrato è uno dei casi più eloquenti. Deciso in forza di legge, viene aggirato. Postposto. Rimandato alle calende greche in vista dell’adozione di regolamenti attuativi. “Tutte scuse”, alza i toni Costa.Si pensi a tutti gli incarichi extragiudiziali che salterebbero, se si vuole capire perché si rimanda tanto. E sono davvero sorpreso che ad avere tanto timore reverenziale verso la magistratura sia proprio questo governo, la cui maggioranza aveva rimproverato alla Cartabia di essere troppo debole. E ora che ci sono loro, al Ministero, fanno perfino peggio. Hanno predicato bene e adesso razzolano malissimo”.

Lo stupore riguarda soprattutto, par di capire, Forza Italia. “Su questo tema, è la grande occasione di Francesco Paolo Sisto e di Berlusconi, facciano vedere che il garantismo si può tradurre in riforme, adesso che possono”. Qual è il punto vero? Che le norme attuative sono allo studio dei magistrati stessi, molti dei quali sono i più stretti consiglieri del ministro Nordio. I magistrati fuori ruolo che diventano dirigenti ministeriali molto difficilmente scriveranno norme attuative che possono nuocere agli interessi della categoria. A quelli istituzionali e a quelli di qualche beneficiario diretto.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.