Il bene confiscato alla mafia si chiama Paolo Borsellino. Un nome che rimarca la vittoria della legalità sulla criminalità organizzata. Ma proprio quel simbolo nelle ultime due settimane è stato vandalizzato due volte. È qui che tutti i giorni l’associazione di promozione sociale “Agende Rosse Campania” opera per il benessere di persone più fragili. L’associazione è arrivata nel quartiere Posillipo di Napoli nel 2014. La sua casa è una villa che prima apparteneva al clan Zaza. Quella casa in una zona bene di Napoli adesso non è più luogo di malavita ma un mezzo di riscatto per ex detenuti e maggiorenni fuoriusciti dalle case alloggio in una piccola azienda agricola. Ma da quando si è insediata, ha subito più di un episodio di vandalismo. “Iniziano ad essere tanti”, dice con amarezza Nunzio Sisto, presidente dell’associazione. L’ultimo atto vandalico lunedì 25 gennaio, a soli cinque giorni di distanza dal precedente.

Dottor Sisto, cosa è successo esattamente?

Quando siamo arrivati abbiamo trovato le panchine vandalizzate, il tavolo ribaltato, e il serbatoio dell’acqua rotto. Il danno materiale è contenuto, è quello morale ad essere alto. Sono giorni che subiamo atteggiamenti intimidatori, insulti. Abbiamo sempre tenuto un profilo basso, ma ora abbiamo deciso di farci sentire, abbiamo pubblicato tutto sui social, con le foto. La città deve sapere quello che sta succedendo. Ho anche sporto querela contro ignoti. Tre anni fa trovammo anche della nafta all’ingresso.

La villa si trova all’interno di un parco privato, come è possibile sia accaduto?

Non solo il parco è privato, c’è anche un custode, e c’è un cancello. Deve essere stato certamente qualcuno dei 24 condomini della struttura, perché non c’è modo di compiere un’effrazione del genere venendo da fuori. Alcuni ci hanno detto esplicitamente che siamo indesiderati, perché con la nostra presenza abbassiamo il valore degli immobili intorno. Vogliono darci uno schiaffo, un gesto per dirci “ve ne dovete andare”.

Non sembrate i benvenuti nella zona…

Non lo siamo, e non lo è mai stata neanche l’altra associazione con la quale condividiamo gli spazi, che sta qui da molto più di noi. Per quanto se ne parli bene, Posillipo è un quartiere difficile. Sono certo che se ci fossimo trovati a Barra, a San Giovanni, a Pianura, avremmo avuto un’accoglienza diversa, più bella.

Come pensate di tutelare la vostra sicurezza?

Siamo riusciti a ottenere un sopralluogo della polizia, e stiamo lavorando per installare delle telecamere di videosorveglianza. Non abbiamo un cancello, anzi il comune ci disse di mettere all’ingresso dei paletti fissati a una catena con un cartello “divieto di ingresso”. Ce li distruggevano di continuo, alla quinta volta non li abbiamo proprio più trovati.

Che impatto hanno avuto le vostre segnalazioni?

Hanno girato molto, soprattutto sui social. Mercoledì siamo stati contattati da una coppia di anziani che ci hanno detto “ma perché non ci mettete un cancello?”, offrendosi di pagarlo. È stata un’emozione indescrivibile, persone che vivono con poco, che hanno deciso di donare e fare un gesto così importante. Domenica è stato il mio compleanno. Ho chiesto ai miei amici come regalo una donazione per rimettere in ordine la nostra casa vandalizzata. La cosa bella è stata anche la grande gara di solidarietà che si è attivata tra tanti cittadini.

Una bella partecipazione che testimonia la solidarietà dei napoletani..

È stato emozionante, in quattro giorni abbiamo raggiunto quasi 2.500 euro. Ma la cosa più bella è sentire che le persone ti sono vicine. Noi avevamo paura di restare isolati, in silenzio. L’avremmo data vinta a chi spera che ce ne andiamo. Paradossalmente adesso ci sentiamo meglio di prima, non per i soldi, che per noi contano il giusto, ma per l’incoraggiamento e il calore che abbiamo sentito provenire dalla città.

Un entusiasmo da tradurre in impegno nei progetti a venire

Abbiamo già organizzato un evento, con tutte le misure anti-contagio, per far conoscere meglio il nostro ambiente. Abbiamo anche ricevuto la solidarietà di altre associazioni come Amici Magistrati e il Centro culturale Gesù Nuovo. Un supporto che ci aiuterà a lanciarci nelle attività che abbiamo in programma, come aprire un centro per la Pet Therapy con il dipartimento di Medicina veterinaria della Federico II. Facciamo aggregazione per i soggetti più deboli, come maggiorenni usciti dalle case alloggio e detenuti che ottengono un permesso. Non cerchiamo commiserazione, ci piace valorizzare cose positive come quelle che facciamo e quello che la gente ha fatto per noi. Ed è per questo che continueremo col nostro lavoro: da qui non ce ne andiamo.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.