Avevano superato il tradimento e insieme erano andati a denunciare Fandaj Bujar, il 41enne di origini kosovare arrestato per l’omicidio di Vanessa Ballan, la giovane mamma 27enne uccisa a coltellate all’ingresso della sua abitazione a Riese Pio X (Treviso). La donna, che lavorava nel supermercato Eurospin, era incinta da diverse settimane. Era appena il 25 ottobre scorso quando la coppia, che aveva una relazione da undici anni (quattro anni fa la nascita del figlioletto), si era recata dai carabinieri per denunciare Bujar per stalking. Da settimane infatti Vanessa veniva perseguitata da quell’uomo che due giorni fa l’ha poi uccisa.

Uomo che dopo una breve relazione, era diventato un tormento. Più volte l’aveva minacciata di morte all’interno del supermercato dove si erano, tra l’altro, conosciuti. Addirittura è emerso che aveva anche scavalcato il cancello di casa per dimostrare a Vanessa Ballan che poteva arrivare fin dove voleva, senza preoccuparsi di essere scoperto dal compagno. Un incubo che la donna ha trovato il coraggio di raccontare al compagno, Nicola Scapinello, 28 anni. Quest’ultimo con dignità e determinazione ha perdonato la compagna dopo il tradimento, poi l’ha accompagnata in caserma per la denuncia.

Denuncia che secondo il procuratore di Treviso Marco Martani andava gestita meglio dal pool “fasce deboli”.  “E’ brutto dirlo perché sembra di parlare col senno di poi ma secondo me il divieto di avvicinamento era da chiedere” ha sottolineato. “Quello che mi sento di dire è che grazie all’entrata in vigore della Legge Roccella, nella prima decade di dicembre, d’ora in avanti i magistrati titolari di fascicolo non dovranno solo motivare quando chiedono una misura, ma anche quando non ritengono di chiederla. E le carte saranno sottoposte al mio visto. Purtroppo questo fatto è avvenuto in un momento di passaggio” ha aggiunto.

Omicidio Vanessa Ballan, l’irruzione in casa del killer e il pulmino del figlio fermato in tempo

Un mese e mezzo dopo il drammatico epilogo con la 27enne ammazzata all’ingresso della sua abitazione. A rendersene conto prima un vicino di casa, che allerta il 118. Poi il compagno Nicola che, preoccupato dalle mancate risposte ricevute su Whatsapp, lascia poco dopo le 11.30 il cantiere di famiglia e corre nella villetta dove vive Vanessa e il figlio. Quando arriva realizza quando accaduto e subito indica ai militari il presunto responsabile. Nel frattempo, riporta Repubblica, i carabinieri riescono a fermare il pulmino dei bambini dell’asilo che stava riportando a casa il figlio di 4 anni.

Omicidio Vanessa Ballan: domani l’autopsia, accertamenti anche sul feto

Intanto nelle scorse ore Fandaj Bujar si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Treviso. Per lui, il giudice, ha disposto la misura cautelare del carcere e ha accolto la qualificazione giuridica del reato: omicidio volontario plurimo e pluriaggravato. Le aggravanti sono relative alla premeditazione, all’avere avuto una relazione affettiva con la vittima, e al fatto che l’omicidio è avvenuto dopo minacce, pedinamenti e atti persecutori.

Venerdì 22 dicembre è previsto lo svolgimento dell’autopsia sul corpo di Vanessa Ballan. Oltre che sul corpo della donna, verranno effettuati esami e accertamenti anche sul feto che portava in grembo, circostanza che rientra tra le aggravanti dell’ipotesi di reato di omicidio volontario. “Serve per dissipare i dubbi che possa essere figlio dell’indagato”, specifica il procuratore Marco Martani, perché “è un particolare che nell’indagine ha la sua importanza e sarà chiarito”.

 

 

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