Apri una pálinka
Vannacci e Orbán separati alla nascita, l’incontro tra i due patrioti su diritti, migranti e l’amico Putin

Roberto Vannacci detto “generale” ormai è un politico di fama mondiale. Dopo l’exploit alle europee e una poltrona in Parlamento, è stato nominato vicepresidente dei Patrioti, il gruppo sovranista appena battezzato all’Eurocamera. Lanciato nell’olimpo dei politici che contano, ha detto che incontrerà Orbán detto “Viktor”. Me li immagino seduti davanti a una Pálinka a discutere di politica. “Bravo Viktor, ho visto che sei andato in giro per il mondo a incontrare i Capi di Stato. Fatto bene”. “Ritengo invece che le visite di Orbàn a Kiev, Mosca e Pechino abbiano dimostrato che l’Europa possa avere ancora un ruolo nella ricerca di un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. Siamo scesi a patti con Stalin, perché non potremmo farlo con Putin?”. Roberto Vannacci a Repubblica, 12.07. D’altronde, siamo scesi a patti con Stalin…
Ma la parte più interessante del dialogo sarebbe tutta improntata sui diritti, sulla libertà sessuale, sul rispetto dell’altro e sulla comunità Lgbtq. “Sai cosa ho scritto nel mio libro Viktor? «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! Non solo ve lo dimostra la Natura, che a tutti gli esseri sani “normali” concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo. Quando vi sposate ostentando la vostra anormalità la gente si stupisce, confermando proprio che i canoni di ciò che è considerato usuale e consuetudinario voi li superate».
“Ah, ma io ho trovato la soluzione, Roberto: nel 2020 ho cambiato la Costituzione ungherese per rendere incostituzionale e illegale la famiglia omogenitoriale e per far ricevere ai bambini (delle coppie eterosessuali) un’educazione conservatrice basata sulla nostra identità costituzionale nazionale e sui valori cristiani. Sempre durante quest’anno ho vietato la registrazione del cambio di sesso sui documenti mediante un emendamento legislativo. E nel 2021 ho invece approvato una legge per vietare la rappresentazione dell’omosessualità e della riassegnazione del genere all’interno dei film, delle pubblicità e delle scuole al fine di proteggere gli individui al di sotto dei 18 anni”. Si intenderebbero a meraviglia Roberto e Viktor.
Parlerebbero di immigrazione? Certo. Vannacci ripeterebbe che “la multiculturalità mette in dubbio concetto di patria” e Viktor gli risponderebbe che “io ho già blindato i miei confini e ho anche firmato una legge che dice che tutti i posti di lavoro sono riservati solo agli ungheresi e che se proprio per un lavoro non c’è personale allora può andare ai migranti”. Insomma, si potrebbe andare avanti per ore a immaginare il dialogo dei due, ma forse meglio non andare oltre…
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