Il documento al vaglio dell'Iss
“Vanno cambiati i parametri per le Zone”: le Regioni spingono, il ministero frena
Un documento delle Regioni chiede di cambiare alcuni parametri che influiscono sul meccanismo di assegnazione delle Zone di rischio covid. E quindi delle Zone Gialle, Arancioni e Rosse. Il documento delle Regioni è ora al vaglio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Tra i parametri che potrebbero cambiare, riporta l’Ansa, un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutata potrebbe essere anche la definizione dei ‘casi’ e strategie di esecuzione dei test.
Il sistema è stato ampiamente criticato a partire dalla sua introduzione con il dpcm di inizio novembre. Le Regioni e i rispettivi governatori hanno spesso polemizzato con le assegnazioni. Il Presidente della Regione Vincenzo De Luca si è spinto a definirlo “un marchettificio”, “la cosa in sé di Kant”. I parametri che concorrono all’algoritmo sono in tutto 21:
- Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
- Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla Terapia Intensiva) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
- Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
- Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo
- Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale)
- Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale)
- Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti, come la percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese
- Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi
- Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale)
- Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing
- Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento
- Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati
- Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari, come il numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni
- Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione)
- Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale)
- Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno
- Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito)
- Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note
- Numero di accessi al Pronto Soccorso con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale)
- Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19
- Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19
Al momento, secondo quanto previsto dal decreto di Natale, l’Italia è interamente Zona Rossa. Sarà Zona Arancione per il solo 4 gennaio. Poi di nuovo al massimo livello di rischio e di chiusure.
Il ministero della Salute smentisce però tutto ciò: secondo quanto apprende LaPresse, il dicastero sarebbe intanto al lavoro su una nuova circolare sui test antigenici in linea con nuove indicazioni Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). In sostanza Ecdc inserisce i test antigenici come strumento diagnostico valido e definitivo per l’infezione da Coronavirus. La circolare sarà preceduta delle raccomandazioni dell’Istituto superiore di Sanità su questo tema. In questo modo i test rapidi potrebbero entrare nel conteggio quotidiano della Protezione civile. Pertanto, viene spiegato, non c’è allo studio alcuna modifica ai parametri di valutazione del rischio di contagio che resta fissato a 21.
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