Vaticano contro il ddl Zan, una ‘nota verbale’ per fermare la legge: “Viola il Concordato”

Il Vaticano interviene ‘a gamba tesa’ nel già complicato dibattito italiano sul ddl Zan,  disegno di legge contro l’omotransfobia che prende il nome dal deputato Dem Alessandro Zan, attualmente fermo in commissione Giustizia del Senato.

Monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan poiché “viola il Concordato”.

Una mossa che stupisce, quella del Vaticano: è la prima volta infatti che la Chiesa interviene durante l’iter di approvazione di una legge, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi.

Come riporta il Corriere della Sera Gallagher, di fatto il ‘ministro degli Esteri’ di Papa Francesco, si è presentato lo scorso 17 giugno presso l’ambasciata italiana in Vaticano consegnando una “nota verbale”, ovvero una comunicazione formale preparata in terza persona e non firmata, nelle mani del primo consigliere.

Nel testo si legge che “alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”.

Cosa vuol dire? Il riferimento è quei commi del Concordato tra Santa Sede e Vaticano dl 1984 che assicurano alla Chiesa la “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale”, come recita il comma 1, e che garantiscono “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” col comma 2.

L’accusa che arriva dal Vaticano è, pur con un linguaggio ‘sobrio’, di quelle pesanti: secondo la nota verbale il ddl Zan attenterebbe alla “libertà di pensiero” della comunità cattolica, oltre alla “libertà di organizzazione”. Per quest’ultimo caso l’esempio sarebbe l’articolo 7 del ddl Zan, che non esclude le scuole private dall’organizzare attività in occasione della costituenda Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia.

La mossa del Vaticano, pur straordinaria perché mai prima d’ora la Chiesa era intervenuta nell’iter di approvazione di una legge italiana, in parte non sorprende. La Cei, Conferenza episcopale italiana, già due volte è intervenuta ufficialmente per bocciare il disegno di legge, mosse però “politiche” e mai arrivate con l’uso ufficiale della diplomazia.