Per molti "è una tragedia annunciata"
Vela Celeste “più sicura” delle altre due, le vecchie perizie, il crollo e i disabili murati vivi in casa: “Perché è una tragedia annunciata”
La Vela Celeste era la prescelta, quella che avrebbe (oggi il condizionale è più che mai d’obbligo) dovuto continuare ad esistere anche dopo il 2027, data entro la quale vanno realizzati i progetti finanziati, per 159 milioni di euro, con i fondi del Pnrr, Pon (programma nazionale operativo) metro e periferie. E’ quanto prevede il progetto Restart Scampia con l’abbattimento della Vela Gialla e della Vela Rossa e la riqualificazione, appunto, della Vela Celeste. Adesso dopo la tragedia di lunedì 23 luglio, quando il cedimento di un ballatoio al terzo piano della Vela Celeste ha provocato la morte di due persone e il ferimento di altre 12 persone tra cui quello, grave, di due bambine di 4 e 7 anni (arrivate in ospedale a tre ore dal crollo), bisognerà capire che evoluzioni, anche dal punto di vista giudiziario, ci saranno.
Se da una parte il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi è deciso ad andare avanti, sottolineando che “il crollo testimonia ancora di più quanto sia importante il progetto di abbattimento e riqualificazione delle Vele per garantire la prospettiva di una sistemazione che sia sicura e dignitosa alle persone che vivono in grande precarietà”, dall’altra andranno fatte le dovute verifiche anche nelle altre due Vele ancora abitate (anche abusivamente), proprio perché considerate in condizioni meno sicure della Vela Celeste. A ricordare la singolarità dell’accaduto è Giuseppe Mancini, vicepresidente del Coordinamento Periferie Unite e da anni in prima linea per la riqualificazione del quartieri di Napoli nord dopo gli orrori causati da camorra e… gomorra.
“Vela Celeste considerata ‘migliore’ delle altre due che verranno abbattute”
“Nel progetto Restart Scampia – osserva – verranno abbattute due delle tre vele ancora oggi in piedi. E sapete qual è la vela che rimarrà per essere riqualificata? Proprio la vela celeste. E sapete perché è stata scelta proprio quella? Perché tra le tre è quella nelle ‘migliori’ condizioni. Provate solo ad immaginare come sono messe le altre due, la vela gialla e la vela rossa”. In effetti “come andranno a dormire nelle prossime sere le persone residenti in queste due vele sapendo che sono considerate meno sicure?”. Se dà una parte c’è allarmismo, dall’altra – secondo Mancini – bisognerebbe non fermare i lavori di riqualificazione per rispettare i tempi indicati dal Pnrr e, soprattutto, per provare finalmente ad ultimare un progetto di riqualificazione lentissimo, avviato ben 27 anni fa con l’abbattimento della prima delle sette Vele”.
La prima delle tre fasi di riqualificazione è concentrata nel biennio 2024-2025 e prevede – stando a quanto si legge sul sito del Comune di Napoli – “la riqualificazione dei piani terra e piani interrati della Vela Celeste, insieme alla realizzazione del primo gruppo di nuovi alloggi. Gli abitanti della Vela Gialla verranno trasferiti nei nuovi alloggi. Una volta completato il trasferimento, la Vela Gialla verrà demolita. Sull’area liberata verranno realizzati i nuovi alloggi nella fase successiva. Nel frattempo prenderanno forma il Centro Civico e il Parco Pubblico, destinati a diventare epicentro della vita sociale e culturale della comunità”.
Manfredi nega correlazione tra lavori e crollo ballatoio
A tal proposito il sindaco Manfredi spegne sul nascere le polemiche e le ‘voci di popolo‘ relative a una possibile correlazione tra i lavori in corso, avviati sì ma ad andamento lento, e il crollo del ballatoio. Il primo cittadino spiega che “il cantiere era aperto con opere di pulizia e messa in sicurezza dei piani bassi per migliorare le condizioni abitative di questo edificio che era l’unico destinato a rimanere in piedi, non come abitazione ma destinato a servizi pubblici (uffici della città metropolitana, ndr)”. Lavori iniziati nei primi mesi del 202r4 “con piano seminterrato e piano terra per la rimozione dei grandi accumuli di rifiuti. Il cantiere è aperto, le attività sono in corso ma non c’è alcuna relazione tra le opere che si stanno facendo e il crollo che si è verificato. L’indagine della magistratura farà il suo corso, noi dobbiamo garantire sicurezza e vicinanza alle famiglie, il giorno dei funerali proclameremo lutto cittadino”.
Gli sfollati e i disabili murati in casa
Ecco. Ci sarà l’indagine della procura di Napoli (al momento il reato ipotizzato è omicidio e disastro colposo) a provare a fare chiarezza su quanto accaduto e sulle cause che hanno provocato il cedimento del ballatoio e sulle precedenti perizie di stabilità della struttura. Stabilità sulla quale sono adesso chiamati a pronunciarsi vigili del fuoco e protezione civile. Dopo aver sfollato circa 800 persone residenti nella Vela Celeste, tra cui 300 bambini e oltre 70 disabili quasi murati vivi in casa perché nella struttura non ci sono ascensori né scale adeguate per i diversamente abili, nei prossimi giorni si capirà chi potrà tornare nelle proprie abitazioni e chi invece dovrà aspettare (i tempi non saranno di certo celeri) una nuova assegnazione. La scorsa notte, anche se purtroppo si è dormito poco per la tragedia, molti sfollati, alcuni dei quali, residenti ai piani alti, portati in strada con l’autoscala dei vigili del fuoco, hanno trovato ospitalità da parenti e amici. A partire dalle prossime ore le famiglie sfollate potranno dormire nelle palestre dell’VIII Municipalità, quella in cui ricade Scampia, messe a disposizione dell’amministrazione partenopea.
Rientrano 300 residenti, 31 le abitazioni inagibili
In una nota, l’VIII Municipalità fa sapere che “al termine delle verifiche tecniche compiute, 66 alloggi della Vela Celeste di Scampia sono risultati agibili. Entro stasera potranno essere rioccupati. Faranno, quindi, ritorno a casa circa 300 residenti. Per altri circa 100 alloggi, sono necessari piccoli interventi, che dovrebbero concludersi entro due settimane. Trentuno, invece, gli alloggi inagibili. È quanto emerso dalla riunione del Centro coordinamento soccorsi, in Prefettura, nel pomeriggio. Per i cittadini sfollati sono pronte soluzioni in varie strutture, tutte in zona.
Gli abusivi e lo sfogo di Franco Ricciardi: “Tragedia annunciata”
“La situazione delle Vele non la scopriamo oggi” dichiara Manfredi, ricordando che “la maggior parte delle persone che si trovano oggi alle Vele sono occupanti senza titolo per vari motivi, ci sono stati negli anni vari provvedimenti di sgombero attuati o non attuati. Negli anni si sono accumulate molte situazioni di precarietà, la strada che seguiremo è quella di evitare questo obbrobrio che è stato abitare le Vele e dare a tutti una sistemazione”. Per il cantante Franco Riccardi si tratta invece di una “tragedia annunciata”. L’artista, che oggi abita a Posillipo ma è originario proprio di quelle strade, ieri si è precipitato alla Vela Celeste, dove abitano alcuni parenti, dopo aver concluso un concerto nel Casertano. Al Corriere del Mezzogiorno racconta di essere “arrivato intorno alle 2. Sapevo di non poter fare nulla, ma sentivo il bisogno di dover essere lì”. Poi l’amara riflessione: “Sappiamo da anni che quel posto è inagibile, che le persone non potevano abitare lì. Ma se hanno continuato a viverci è perché evidentemente non hanno avuto un’alternativa, un posto diverso in cui andare a vivere. Sgombrare le persone dalle case è facile, il difficile è dire a queste persone da domani dove andranno a vivere”. Per Franco Ricciardi “si è pensato di risanare Scampia abbattendo le Vele, ma non si è pensato a “risanare” le persone, offrendo loro un lavoro dignitoso: questa è la mia rabbia”.
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