Il tecnico: "Mi manca la medaglia"
Velasco: “Perché all’allenatore non danno la medaglia? Abbiamo vinto perché non giocavamo solo su Egonu”
Il giorno dopo il trionfo olimpico, atteso per quasi trent’anni dopo la finale persa dalla sua Nazionale di volley maschile ad Atlanta ’96 contro l’Olanda, Julio Velasco vuole la sua medaglia. “Mi manca, non so perché ma all’allenatore non la danno” le parole del tecnico italo-argentino.
Velasco, la medaglia che “mi manca” e la ricetta per la vittoria
Al Corriere dello Sport, Velasco spiega la ricetta utilizzata per rimettere insieme una squadra fortissima ma che ha vissuto gli ultimi anni con divisioni interne che avevano addirittura portato Paola Egonu, la giocatrice azzurra più forte, ad annunciare l’addio temporaneo alla Nazionale dopo le incomprensioni con l’ex tecnico Mazzanti. “Sono bravo a scegliere il gruppo di lavoro, a formare la squadra che guida la squadra senza cercare il più bravo in assoluto ma il più bravo in quel determinato ruolo” spiega.
Velasco: “Soluzioni per non giocare solo con Egonu”
Così ha fatto anche con Paola Egonu, scaricandole da dosso l’eccessiva responsabilità e invitando le compagne di squadra a servirla solo al momento giusto e non sempre. “Su Paola c’è una pressione particolare perché è un’icona, il personaggio ha vita propria e diventa difficile da gestire. Poi è giusto avere opportunità di notorietà ma deve sapere che sono cose da gestire. Non so se mi ha ascoltato oppure no, l’importante è seminare. Tecnicamente abbiamo trovato soluzioni che non ci costringessero a far passare il nostro gioco solo da lei”.
Da qui l’elogio alle sue giocatrici: “Sono state straordinarie e lo direi anche se avessimo perso. Di due cose sono molto orgoglioso: in tutti questi giorni hanno fatto riunioni per conto loro senza coinvolgere me, non ho mai saputo cosa si sono dette. E oggi (ieri, ndr) prima della partita hanno scelto loro come fare il riscaldamento, non c’era bisogno delle mie indicazioni”.
Egonu: “Le sue rullate sono servite”
La stessa Egonu, in una intervista a La Stampa, esalta Velasco: “Personalmente mi ha tranquillizzato molto, ho ritrovato serenità, così posso dare il mio cento per cento”. E “direi che le due rullate di Velasco ogni giorno sono servite”, “è riuscito a creare la squadra. A mettere ogni punto forte dell’atleta insieme e a cercare di coprire i punti di maggiore difficoltà”. Una vittoria dedicata al nonno scomparso di recente: “Mi ha sempre seguita, mi ha educata in un certo modo. Mi ha detto che un giorno questa medaglia l’avremmo vinta”.
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