Quando la sera del 28 luglio del 2020 è squillato il telefono, i carabinieri hanno sentito dall’altra parte la voce di un bambino. “Venite, fate presto, ho paura. Il papà ha fatto del male alla mamma, è per terra e non si muove”. Quel bambino aveva dieci anni e chiamava da Caerano San Marco, in provincia di Treviso. La notizia è stata riportata da Il Corriere Veneto all’indomani della sentenza che ha condannato per i maltrattamenti l’uomo a 3 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento, in via provvisionale, di 10 mila euro in favore della moglie e 5 mila euro ciascuno come risarcimento ai tre figli.

Il matrimonio andava avanti da quindici anni. Secondo l’accusa con il passare del tempo la relazione era diventata sempre più difficile. L’uomo, 40enne, avrebbe sofferto anche di problemi di alcolismo. Non avrebbe risparmiato scenate in pubblico e le avrebbe anche negato alcune relazioni sociali e famigliari. La situazione sarebbe precipitata definitivamente una sera dell’estate 2020. Marito e moglie litigano e l’uomo aggredisce la donna. A calci e pugni. La 35enne era svenuta a causa di un pugno in faccia. A quel punto è intervenuto il bambino di soli dieci anni.

Il figlio più grande della coppia, di nascosto dal padre, ha chiamato i carabinieri. “Non si muove più, aiutatemi, io non so cosa fare”. Ai militari ha fornito l’indirizzo di casa e il cognome di famiglia. Quella conversazione era stata registrata ed è stata fatta ascoltare in aula nel corso del processo. L’uomo era stato arrestato, scarcerato e sottoposto all’obbligo di dimora oltre alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla casa familiare della parte offesa. È stato accusato di maltrattamenti familiari e lesioni personali nel processo di Treviso.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.