Con una disperata richiesta di aiuto inviata via Whatsapp, un ventenne è riuscito a salvarsi dalle angherie della ormai celebre e famigerata baby gang che terrorizza Verona: la QBR, dalle iniziali del quartiere in cui il branco si muove, ovvero il Quartiere Borgo Roma.
Questa volta, a cadere vittima della baby gang è stato un ventenne, rapito e torturato. La sua “colpa”? Aver già denunciato la gang per ben due volte.
“Mamma portatemi via..Mi hanno torturato, portatemi via per favore… Lui non è un mio amico… “: queste le parole inviate alla madre della vittima che, unite alla geolocalizzazione del suo cellulare, hanno fatto scattare i soccorsi.
Un incubo durato oltre quattro ore, dalle 20 di martedì 29 agosto fino a quel messaggio salvifico seppure agghiacciante, per i familiari che lo hanno ricevuto, come racconta oggi il Corriere del Veneto: “Mamma, mi hanno torturato…“, queste le parole del giovane di origini indiane, giunte alla madre poco dopo la mezzanotte.
Il giovane, da minorenne, aveva fatto parte della stessa gang. Poi aveva trovato il coraggio di dissociarsene e di collaborare con le forze dell’ordine. Una “colpa” grave, agli occhi degli ex amici, che lo hanno rapito e torturato, perfino con aghi sotto le unghie, fino all’intervento dei soccorsi, allertati dalla madre del ventenne.
In carcere, dunque, sono finiti i componenti della banda accusati di rapimento: il veronese di 23 anni Alessandro Di Franco e altri quattro giovani italiani di seconda generazione, il 24enne di Negrar Frimpong Samuel Benemah, il 29enne Douglas Savi Maykon, il 18enne Rayen Sakaama, il 30enne Adailson de Noite Polucena detto Chris, tutti residenti in città.