Il produttore statunitense Harvey Weinstein, 67enne ex boss della casa di produzione Miramax, è stato dichiarato colpevole di aggressione sessuale e stupro nel processo in cui era imputato per violenze sessuali.

LE ACCUSE – Il verdetto arriva dopo tre settimane di testimonianze, in cui le accusatrici hanno denunciato abusi sessuali tra cui stupri, rapporti orali forzati, palpeggiamenti. I sette giurati e le cinque giurate hanno impiegato cinque giorni per arrivare alla sentenza.

In particolare l’ex produttore cinematografico è stato dichiarato colpevole di aggressione sessuale di primo grado (cioè di rapporti orali o anali) nei confronti dell’ex assistente di produzione Miriam Haley, e dello stupro di terzo grado (cioè di rapporti sessuali con una persona non consenziente anche se non costretta forzatamente, o con meno di 17 anni) che coinvolge Jessica Mann, aspirante attrice. Weinstein è stato invece assolto dalle accuse più gravi di aggressione sessuale predatoria, che prevede come pena massima l’ergastolo.

IL SECONDO PROCESSO A LOS ANGELES – I guai per Weinstein non finiscono qui. L’ex produttore è stato infatti incriminato dalla procura di Los Angeles con l’accusa di stupro. I fatti si riferiscono al 2013, quando il noto produttore avrebbe violentato due donne in due giorni.

La prima accusa riguarda l’incontro tra Weinstein e una donna ad un festival di Hollywood, proseguito la sera stessa quando il produttore si presentò a sorpresa nell’hotel dove lei alloggiava e dove l’avrebbe violentata. Il giorno seguente Weinstein, secondo l’accusa, avrebbe abusato di una seconda donna, con cui aveva avuto una cena di lavoro. Il produttore l’avrebbe infatti invitata nella sua stanza d’albergo, in compagnia di una seconda donna, l’avrebbe bloccata nel bagno e in quella stanza l’avrebbe afferrata per il seno mentre si masturbava. Se riconosciuto colpevole, Weinstein rischia fino a 28 anni di prigione.

 

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