Dal Consiglio dei ministri via libera alla Nadef
Via libera alle trivellazioni, in arrivo nuove concessioni per estrarre più gas in Adriatico
Ventuno miliardi contro il caro energia. Dieci miliardi li aveva “lasciati” Draghi. Altri undici sono saltati fuori grazie al buon andamento dell’economia nel terzo trimestre dell’anno. Securitari e identitari alla prova dei diritti (sicurezza e migranti), alla prova dell’economia il governo Meloni procede nel segno di Draghi, al netto di qualche prossima concessione identitaria (versione soft della flat-tax, della quota pensioni e della sanatoria sulle cartelle fiscali) che sarebbe già stata autorizzata in via generale giovedì a Bruxelles perché, spiegano un atteggiamento comunque prudente”.
Il ministro dell’Interno, Piantedosi, ieri sera in conferenza stampa ha detto che il primo provvedimento del governo in tema di soccorso alle navi delle ong al largo della Sicilia riguarda la Humanity 1 arrivata a Catania: potrà restare in acque italiane soltanto il tempo necessario a verificare le emergenze a bordo di carattere sanitario. “Ci faremo carico di tutte le persone che hanno bisogno, come donne incinte e bambini”. Dovrà però restare in rada. Chi non sarà ritenuto bisognoso di assistenza immediata dovrà perciò tornare in acque internazionali. C’era grande attesa per il primo Consiglio dei ministri economico che ieri aveva all’ordine del giorno, oltre all’assegnazione delle deleghe e delle ridefinizione dei ministeri, il via libera alla Nadef e alla Relazione sull’aggiustamento di bilancio da trasmettere al Parlamento.
Le correzioni, in positivo, della Nota di aggiornamento e la loro approvazione (in Parlamento il 10 novembre) sono il presupposto di bilancio per poi procedere a dare soldi e risorse per il decreto bollette quater (tra il 10 e l’11 novembre) che può esistere solo grazie ai margini messi a disposizione dalla Nadef. E a quel +0,6 di Pil messo a segno, nonostante tutto, dalla nostra economia nel terzo trimestre dell’anno. Un segno più che porta la crescita annuale al 3,9% (dato consolidato nei primi nove mesi) invece che al 3,3 previsto. Piccole gioie in un quadro fosco. Ma forse meno del previsto. Dipenderà tutto dall’andamento della guerra. Aiuta certamente il fatto che le bollette del gas nel mese di ottobre hanno segnato meno 13 per cento. I ventuno miliardi saranno tutti destinati per estendere fino a fine anno le misure già messe in campo da Draghi. Saranno le stesse, a cominciare dalla proroga del credito d’imposta al bonus da 150 euro per le famiglie con redditi fino a 35 mila euro, lo sconto benzina e bollette. Ventuno miliardi, dunque, che si aggiungono ai 66 stanziati da Draghi a partire da gennaio scorso. Un totale di circa 87 miliardi senza fare ulteriore debito. Ed è questa la maggiore, e più importante continuità tra i due governi.
Nel segno di Draghi va il provvedimento del ministro dell’Ambiente e la Transizione ecologica Gilberto Pichetto Fratin per il cosiddetto gas release. Si tratta di una misura ereditata da Cingolani con cui si prevede di fornire duemila mc di gas alle aziende energivore a prezzi calmierati. In conferenza stampa accanto al premier Meloni il ministro economico Giorgetti, per la Transizione ecologica Pichetto Fratin e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che ha curato i due decreti per riordinare le deleghe ministeriali. Le decisioni economiche di queste ore saranno tutte propedeutiche per scrivere il testo della legge di bilancio. Il tempo è poco e, come sempre ripete la premier, “sarà una corsa contro il tempo”.
Avrà un valore di circa 40 miliardi di cui almeno la metà saranno a deficit. E questo pone il primo grosso problema con Bruxelles perché porterà il deficit al 4,5% anzichè al 3,4% come aveva previsto Draghi. “Capisco dubbi e obiezioni – ragiona una fonte di governo poco prima che inizi la riunione del Consiglio dei ministri – ma tutto dipende dalla qualità della spesa. A cosa destineremo questi venti miliardi”. Per la decisione finale c’è ancora tempo. Sarà un altro fronte di tensione nella maggioranza. Altre risorse – si stima un miliardo – dovrebbero arrivare dalla revisione del reddito di cittadinanza. Una disponibilità di 6-7 miliardi è garantita dal dirottamento dei fondi strutturali europei non utilizzati. A bilancio anche un evergreen della sessione di bilancio: la spending review.
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