Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin, scomparso con lei da sabato in Veneto, è indagato per l’ipotesi di tentato omicidio. C’è una svolta che potrebbe rivelarsi decisiva nel caso della scomparsa dei due giovani veneti. Gli inquirenti hanno acquisito infatti un video che mostrerebbe l’aggressione di Turetta alla ex fidanzata.
Le immagini della telecamera: Giulia aggredita e trascinata in auto
Le immagini sono state registrate da una telecamera proprio lungo la strada di Fossò, dove erano state rinvenute nei giorni scorsi macchie di sangue e alcuni capelli. Si tratta di una delle telecamere a circuito chiuso dello stabilimento di Christian Dior, che si trova nei paraggi. Nelle riprese, che non sono nitidissime, si vede Filippo colpire Giulia. Per l’Ansa il giovane l’avrebbe “aggredita a mani nude”. E quindi l’avrebbe “caricata nella sua auto, sanguinante”. Le riprese mostrano i ragazzi esattamente nel luogo in cui sono state rinvenute l’indomani le macchie di sangue; che a questo punto, con tutta probabilità, si possono riferire proprio a Giulia. Il sangue perso tuttavia rende per il momento incerta la dinamica dell’aggressione.
“Lui era possessivo e cercava di controllarla e arginarla”
Queste le parole di Elena Cecchettin, sorella di Giulia Cecchettin. La ragazza lo descrive come una persona possessiva che cercava di controllare e dominare Giulia già da tempo. Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin, scomparso con lei da sabato, “è un ragazzo buono che non ha mai avuto screzi con nessuno. La famiglia è incredula”. Questa la smentita di Emanuele Compagno, avvocato d’ufficio del giovane indagato dalla procura di Venezia con l’ipotesi di tentato omicidio. I genitori “si sentono di smentire anche le voci emerse su una presunta possessività del ragazzo nei confronti di Giulia. Si trattava di un amore tipico di ragazzi di vent’anni che si cercano, a volte anche ripetutamente, ma niente di più”.
I buchi temporali nella ricostruzione delle ultime ore prima della scomparsa
Sono poi state effettuate alcune perquisizioni a casa del giovane a Torreglia, in provincia di Padova. Altre ricerche sono in corso lungo il Piave, nella zona di Maserada, nel Trevigiano. Nel giallo della sparizione dei due ex fidanzati spuntano anche due buchi temporali. Un’ora in tutto che non torna nella fuga dei due giovani. Che cosa è successo alla Punto nera in quei 60 minuti “persi” nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre?
Il primo buco nero, scrive “il Gazzettino”, è nella zona di Cidel Miranese, quando l’auto avrebbe percorso la strada che va da una telecamera in zona industriale a Fossò (ore 23:30) a un varco “Targasystem” a Scorzé. Perché la Punto ha impiegato più dei venti minuti necessari, si chiedono gli investigatori.
E poi ci sono le due ore tra la diga del Vajont e Pecol, tempo di percorrenza massima 80 minuti. Cosa è successo in quei 120 minuti, 40 di troppo? Il mistero quindi si infittisce e, con il passare dei giorni, cresce la paura sulla sorte di Giulia. Le ricerche continuano senza sosta in provincia di Venezia, tra Riviera e Miranese, di Treviso, nella zona di Zero branco, in Friuli, tra il Vajont e il lago di Barcis, e in provincia di Belluno, tra Palafavera e Cansiglio.